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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Piazza Brà

Verona, un documentarista veronese fa aprire l'inchiesta militare sulla strage nazista

Un lavoro di un anno e mezzo del regista Mario Vittorio Quattrina per realizzare il docu-film "Il fuoco sopra gli angeli" che racconta l'eccidio dove persero la vita la padovana Lucia Zoccarato e sette dei 9 figli

La Procura militare di Roma ha aperto un'inchiesta sulla srage nazista di Orodur-Sur-Glane, in Francia. C'era un pezzo di storia italiana (e veneta) dell'emigrazione che rischiava di finire nel dimenticatoio per sempre dentro il terribile episodio nel paesino d'Oltralpe. Un eccidio che, con quelle di altre 634 persone, si portò via le vite dell'emigrante veneta Lucia Zoccarato, e di 7 dei suoi 9 figli: Bruno, Antonio, Armando, Luigi, Anna Teresa, Marcello e Giovanni. Di quella famiglia padovana, originaria di San Giorgio delle Pertiche e finita in Francia nel 1927 per lavorare nei campi, si salvarono dai mitra e dal fuoco delle SS soltanto il papà, Giuseppe Antonio Miozzo, in quei mesi prigioniero in Germania, e due figlie della coppia: Angelina e Orfelia. Le donne (poi morte negli anni '70) rimasero in Francia, dove ebbero a loro volta una figlia ciascuna, oggi le uniche discendenti della famiglia. La storia di Lucia e i suoi sette figli sterminati dai nazisti, per rappresaglia dopo l'omicidio di un ufficiale germanico, rispunta ora con l'inchiesta di Roma ha deciso di aprire sulla vicenda.

Ma anche grazie ad un documentarista veronese, Mario Vittorio Quattrina, che nell'ultimo anno e mezzo ha raccolto notizie, documenti e immagini dei testimoni di quell'eccidio di 70 anni fa, per dedicare una sorta di 'orazione civile' a questa famiglia italiana. Quattrina, che in Francia ha potuto parlare con le nipoti di Lucia Zoccarato, recuperando i ricordi delle loro mamme (le uniche salvatesi con il padre), sta ultimando il montaggio de "Il fuoco sopra gli angeli", il docu-film che presenterà in anteprima a San Giorgio delle Pertiche il prossimo 25 aprile, al più tardi nei primi giorni di maggio. "Il mio obiettivo - spiega Quattrina - è che possa essere ricordata la storia di questi italiani, veneti, che hanno scritto una pagina tragica della nostra emigrazione ma sono stati dimenticati dalla nostra storiografia". Giuseppe Antonio Miozzo rientrò in Italia dalla prigionia nell'autunno del '45. Qualcuno, pietosamente, gli disse che la sua famiglia, tranne le due ragazze, era rimasta sotto un bombardamento. L'uomo, che poi si risposò, seppe tutta la verità qualche anno dopo. Le due sorelle scappate alla follia delle SS, racconta Quattrina sulla base delle testimonianze raccolte, si salvarono perchè quel giorno non erano a Oradur-Sur-Glane. Angelina si era sposata da poco, e con il marito era andata ad abitare poco distante, mentre Orfelia era operaia in un guantificio a Saint Julienne, e si trovava al lavoro. Quando tornarono a casa non trovarono più nulla e nessuno. Oggi le loro due figlie vivono a Parigi e a Limoges. In Italia, a San Giorgio delle Pertiche, sono rimasti solo lontani parenti della secondo moglie di Miozzo. L'uomo morì nel paese natale nel 1954, ed è tuttora sepolto nel cimitero della frazione di Cavino.

Quando Quattrina è arrivato nei mesi scorsi a San Giorgio per girare delle immagini del documentario alcuni anziani si sono ricordati con dolore del terribile destino della famiglia Miozzo-Zoccarato. Anche il Comune, spiega l'assessore alla cultura Davide Scapin, che si è attivato in tutti i modi per aiutare la produzione del documentario, vuole ricordarla in modo adeguato, intitolando una strada del paese ai 'Martiri di Oradur-Sur-Glane'. Assieme al sindaco di San Giorgio, Catia Zorzi, Scapin è stato invitato dalle autorità francesi a partecipare nel luogo dell'eccidio alla cerimonia dei 70 anni della strage, che si terrà il prossimo 10 giugno.

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