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Cronaca Bussolengo / Via Roma

Verona, dichiara al Fisco 4 euro ma ha 201 milioni di patrimonio: chiesti sei anni "Lolo" Montresor

L'imprenditore di Bussolengo entrato nel mirino della guardia di finanza per evasione fiscale rischia il sequestro di tutti beni così come chiesto dal pm. Sentenza di primo grado attesa il prossimo mese

Al Fisco aveva presentato una dichiarazione dei redditi di 4 e 5 euro ma in realtà, secondo il pm, aveva un patrimonio di 201 milioni di euro. E ora la Procura di Verona è arrivata a chiedergliene conto, arrivando a formulare la confisca di tutti i beni attualmente sequestrati e sei anni di condanna per Giovanni “Lolo” Montresor, imprenditore di Bussolengo nei guai dopo gli accertamenti della guardia di finanza. Secondo le ricostruzioni dell’accusa, le dichiarazioni dei redditi sarebbero state “mancanti” dei veri patrimoni addirittura per 12 anni di fila. L’evasione fiscale di Montresor, 71 anni, sulla base della montagna di quattrini svelata dalle indagini, ammonterebbe a svariate decine di milioni di euro. Nel 2010 e nel 2011 Montresor aveva presentato una dichiarazione di 4 e 5 euro, anche se in quel periodo la Finanza avrebbe appurato la vendita di un terreno sul litorale di Eraclea, a Venezia, per 65 milioni. Come spiega il Corriere Veneto, “Lolo”

commerciante di bovini e imprenditore nel settore immobiliare, in base alla ricostruzione del pm avrebbe vantato invece disponibilità finanziarie all'estero (nella fattispecie, riconducibili a una società con sede in Lussemburgo) fino a 201 milioni di euro all'anno, ma forse l'intento di mettere in cassa ulteriori milioni dalla vendita di 180 ettari di terreno, passato da agricolo a edificabile con un aumento di valore di 22 milioni, li avrebbe fatti «riemergere», mettendo sulla sua strada la Guardia di Finanza. Fatti due conti, «Lolo» rischia adesso la condanna per circa 60 milioni di euro tra imposte non versate e sanzioni: «D'altronde - ha puntato il dito il pm durante la sua requisitoria - è certo il dolo dell'imputato nel mancato pagamento delle imposte dovute».

Da qui la richiesta di condanna del pm a sei anni. Giurano invece battaglia gli avvocati difensori che mirano a smontare il castello di accuse della Procura: secondo la linea dei legali di Montresor, tutti i beni gestiti dalla società in Lussemburgo avrebbero sede in Italia. In aula sono così comparse le intricate norme fiscali che permettono al “trust” imbastito da Montresor e regolato dall leggi estere, di affidare ad un soggetto esterno la gestione del patrimonio. Per l’accusa non si tratta invece altro che di un “trucco fiscale”. Il processo, con la relativa sentenza di primo grado, arriverà nel mese di giugno.

LE CONFESSIONI DI "LOLO" MONTRESOR

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