Verona, deputati veronesi con una lotta bipartisan per bloccare il trasferimento del Comfoter a Roma
Il promotore dell'iniziativa, Vincenzo D'Arienzo (Pd): "Verona non può perdere questa grande opportunità. I tagli non possono declassare la nostra città". Risoluzione di Partito democratico, Lega e Ncd
Una battaglia "per Verona", per non farla declassare. E' quella sul Comfoter, Comando delle forze operative terrestri attivata da tempo dal deputato veronese Vincenzo D'Arienzo e ora accolta e sottoscritta dai deputati Gianni Dal Moro, Alessia Rotta e Diego Zardini del Pd, da Alberto Giorgetti di Nuovo Centrodestra e dal leghista Matteo Bragantini. Una risoluzione in Parlamento per chiedere la revisione del trasferimento a Roma del Comando dell'esercito. La "spending rewiew" militare sembra dunque aver colpito anche Verona. Con il decreto del 28 gennaio è stato deciso che entro il 31 dicembre 2018 il Comfoter di Verona chiuderà e sarà riassegnato a Roma. I deputati veronesi hanno perciò chiesto la cancellazione del trasferimento.
"Verona non può perdere questa grande opportunità. I tagli non possono declassare la nostra città - spiega D'Arienzo, promotore dell'iniziativa -. La Commissione Difesa della Camera nell'esprimere il proprio parere, e su mia proposta, aveva posto come condizione quella di respingere il trasferimento. Nonostante questa forte indicazione, l'allora ministro alla Difesa, Mario Mauro, ha comunque deciso di far traslocare il Comando a Roma entro il 2018. Il mancato rispetto della volontà del Parlamento è una ferita che insieme ad altri colleghi veronesi adesso vogliano sanare".
Il Comando delle forze operative terrestri, nato a Verona nel 1997, gestisce, di fatto, 80mila militari sui circa 106mila in servizio in Italia e all'estero dell'esercito, ovvero sia l'addestramento che le attività operative delle forze terrestri italiane e raggruppa tutte le unità dedite al combattimento, al supporto specifico per il combattimento e alla comunicazione e sistemi informatici dell'esercito italiano. Si tratta di una delle sei aree di vertice dell'esercito Italiano che coinvolge l'80% dell'intera Forza armata. La decisione di spostarlo rientra nell’ambito dei tagli sul territorio nazionale pari ad almeno il 30% rispetto all'assetto attuale.