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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Zai / Via Belgio

Verona, Curva Sud dell'Hellas riaperta: la Figc sospende il provvedimento e ordina nuove indagini

Un primo round "vinto" dalla società gialloblù dopo il bailamme scoppiato con il Milan. La Federazione manda alla Procura federale di disporre un supplemento di indagini in ordine alla "dimensione ed effettiva percepibilità dei presunti cori razzisti"

Hellas Verona a colloquio con la Figc per il ricorso con richiesta di procedimento d’urgenza del Verona contro la multa di 50mila euro e l’obbligo di disputare una gara con il settore denominato “Curva Sud” privo di spettatori con revoca della sospensione della sanzione inflitte a seguito della gara Verona-Milan del 19 ottobre 2014.

La Corte sportiva d’Appello nazionale (I sezione) “manda alla Procura federale di disporre un supplemento di indagini in ordine alla dimensione ed effettiva percepibilità dei presunti cori razzisti, tenuto conto delle allegazioni della reclamante – che si trasmettono – e dell’effettivo posizionamento, nel caso di specie, dei rappresentanti della Procura refertanti, acquisendo ogni ulteriore elemento utile anche dai rappresentanti delle Forze di polizia (come al Digos) preposti alla tutela dell’ordine pubblico”. Sospesa, nelle more, l’applicazione delle sanzioni inflitte. Alla comunicazione ufficiale della Figc l'Hellas, tramite il sito internet, si è lasciata andare in un liberatorio: "Curva Sud, si va verso la verità!"

LA COMUNICAZIONE UFFICIALE DELLA FIGC SU HELLAS VERONA - MILAN (Pdf)

"MA NON RITIRIAMO LA QUERELA" - La sospensione è stata accolta con piacere dal Comune di Verona. Il sindaco Flavio Tosi, dopo il caso, aveva dato mandato agli avvocati dell'amministrazione di procedere con una denuncia per "danno d'immagine" nei confronti dei tre procuratori Figc che avevano segnalato i presunti cori razzisti con una relazione. "Bene la sospensione ma non si ritira la querela", è il succo della reazione del sindaco. "Attendendo l'esito definitivo del giudizio, sentendo la Corte d'appello della Federcalcio, ancorchè in modo interlocutorio, parlare di cori presunti e della loro percepibilità, possiamo dare piena ragione alla società del Verona Hellas, ai tifosi e alla città- ha commentato immediatamente il sindaco di Verona, Flavio Tosi -. Tuttavia il danno d'immagine è stato fatto e quindi la nostra azione non si ferma. Noi continuiamo su quella linea. Il comportamento di quei tre procuratori è stato inaccettabile. Ci sarà qualcuno che farà giustizia, e questa prima sentenza d'appello lo dimostra rimediando all'errore. L'errore commesso è talmente abnorme che è permesso avere dubbi sulla buona fede”. “E comunque chi ha sbagliato dovrà pagare”.

LE ALTRE IPOTESI - Il supplemento d'indagine era una delle tre ipotesi che aveva avanzato il direttore generale dell'Hellas Verona, Giovanni Gardini, poche ore prima di scendere a Roma per il colloquio con la Figc. Le opzioni erano tre. O la squalifica verrà confermata, o verrà cancellata o altrimenti si sarebbe richiesto un supplemento di indagine. "Noi porteremo tutto quello che abbiamo elaborato - aveva spiegato Gardini -. C'è la possibilità di difendersi ma è come farlo in una lotta fra kalašnikov e cerbottane. Cosa faremo se la squalifica sarà confermata? Abbiamo in mente delle iniziative, ma vogliamo pensare che alla fine la verità prenderà il sopravvento. Andremo a Roma con l'audio certificato per dimostrare che non è stato manipolato e vogliamo trasferire principi per approfondire tutto quello che è successo. Noi vogliamo la verità, perché secondo me era già da sottolineare quanto successo lo scorso gennaio con il Napoli. E quando vieni accusato di due cose non fatte in due situazioni diverse, è importante. Conosciamo la partecipazione dei tifosi in casa, noi siamo una delle squadre la cui presenza in tivù in determinati orari è richiesta, quindi pensate un po' a certe cose". 

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