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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Terrazzo / Via Roma

Verona, costruisce la scuderia e li prepara: dopo il giardinaggio Stevanin si da' alla cura dei cavalli

Nel carcere di Bollate il serial killer di Terrazzo che uccise e fece a pezzi sei donne partecipa all'iniziativa di un'associazione per la rieducazione dei detenuti. "Ha un carattere difficile e l'animale lo riconosce e gli risponde a tono"

Dopo il “pollice verde” si è riscoperto amante degli animali. A 53 anni, Gianfranco Stevanin, al momento dell’arresto del 1994 ritenuto il serial killer più pericoloso del Nordest, ora si dedica ai cavalli. “Ippoterapia”, la chiamano, indicando le tecniche in cui una persone migliora il suo stato di salute dedicandosi alla cura degli equini. Appena entrato nel carcere di Bollate, dove era stato trasferito da Opera, Stevanin si era iscritto ad un corso di giardinaggio. La notizia aveva fatto il giro del web, dato il “contrappasso” inquietante per colui che nel cortile di casa aveva sepolto sei giovani prostitute dopo averle uccise e fatte a pezzi. In quel caso si era parlato di “recupero” tramite “sbocco” professionale. Faceva parte della riabilitazione e gli avrebbe consentito, qualora fossero arrivate le autorizzazioni necessarie, di lavorare all’esterno del carcere.

Ora, grazie al progetto voluto dall’associazione “Salto oltre il muro”, Stevanin è entrato nel programma di cura, addestramento e pulizia degli animali sequestrati alla criminalità organizzata e a fuoriclasse della corsa ormai pensionati. Da diverso tempo il serial killer di Terrazzo si è dato da fare con altri detenuti per costruire 30 box della scuderia. Come spiega L’Arena, l’ideatore dell’iniziativa, Claudio Villa, ha spiegato che Stevanin sarebbe goduto di un “privilegio” nel frequentare i corsi. Le lezioni durano fino a sei mesi e i detenuti si turnano tra di loro. A lui era statao affidato inizialmente un vecchio cavallo da corsa.

«La reazione è stata immediata: ci siamo accorti che lo deprimeva più del dovuto, Stevanin aveva l'atteggiamento del “predatore”, di colui cioè che tende a dominare chi è più debole. Il cavallo riflette quello che siamo per questo abbiamo cambiato: per mesi ha seguito uno stalloncino con carattere e un castrone che non accettava di buon grado la durezza. Lo hanno messo in difficoltà e credo sia anche per questo che ha deciso di smettere»

È emerso anche che, in carcere, Stevanin sarebbe emarginato. Il suo passato crudele viene tramandato nelle celle e gli altri detenuti cercano di evitarlo. In alcuni frangenti si sarebbe rivelato nuovamente il suo carattere iracondo ma era tenuto costantemente sotto osservazione. Anche per questo gli erano stati affidati due cavalli poco mansueti, che sapevano leggere il suo animo oscuro. Non riuscirebbe comunque a salire in sella per un problema alla gamba.

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