Verona, costrinse i carrozzieri a riparargli le auto a prezzo "scontato": l'ex maresciallo condannato

Il pm aveva chiesto sei anni di reclusione perché l’ex maresciallo di Zevio era stato accusato di concussione, abuso d’ufficio e favoreggiamento personale. Ma la sentenza si è rivelata anche più pesante e il giudice, al termine dell’udienza, ha aggiunto altri sei mesi alla richiesta del pubblico ministero. In tutto sei anni e sei mesi e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici perché, secondo le ricostruzioni, l’ex comandante dei carabinieri della stazione locale avrebbe costretto i titolari di un’officina a riparare l’auto del padre e un’altra di una persona a lui vicina pagando una somma inferiore quella necessaria.

Le indagini sul graduato dell’Arma erano nate dopo la denuncia dei due carrozzieri a cui si era rivolto. Il suo telefono venne messo sotto controllo e dalle intercettazioni sono emersi altri comportamenti illegali. Come quello che è ricaduto nel campo della “corruzione per induzione” per farsi scontare il prezzo per il noleggio del campo da calcetto che utilizzava la squadra che allenava. Secondo L’Arena, il maresciallo minacciò la chiusura del campo qualora non fossero stati accettati i 15 euro anziché i 40 necessari. È stato assolto invece dall’accusa di peculato per aver usato l’auto di servizio nell’andare a vedere una partita a Verona e scagionato dall’aver commesso favoreggiamento nei confronti di un giocatore di calcio che i carabinieri di Vicenza stavano cercando di rintracciare. Cadute anche le accuse in merito alla detenzione di proiettili che alcuni cittadini gli avevano consegnato per disfarsene. L’ex maresciallo, già sospeso dal servizio, è tuttora agli arresti domiciliari.