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Verona, "cori razzisti" contro Muntari, lettera aperta del presidente Hellas: "Accuse infondate"

Il numero uno gialloblù, Maurizio Setti, smonta punto per punto il provvedimento della Procura federale che ha disposto la chiusura della Curva Sud al Bentegodi: "Possibile che nessuno se ne sia accorto. Siamo tutti sordi?"

Una lettera aperta dopo la chiusura della Curva Sud della tifoseria Hellas Verona allo stadio Bentegodi per i presunti cori discriminatori contro Muntari, giocatore di colore del Milan. È quella del presidente gialloblù, Maurizio Setti: "Ritengo doveroso - appunta Setti - a tutela della società che rappresento e della tifoseria, gravemente danneggiate dall'incomprensibile rapporto di tre collaboratori appartenenti alla Procura federale Figc, che hanno dichiarato di aver udito presunti cori di discriminazione razziale (da ben 3mila, dico 3mila spettatori in Curva Sud) in due distinte occasioni (30' e 41') durante il primo tempo di Verona-Milan di domenica, verso il milanista Muntari. Non capacitandomi dell'ingiusto provvedimento, che è scaturito da parte del giudice sportivo che sulla ricostruzione si è dovuto necessariamente basare nella decisione, ho svolto alcune riflessioni".

"CORI RAZZISTI" CONTRO IL GIOCATORE DEL MILAN: CHIUSA LA CURVA SUD

Le "accuse" alla Curva Sud vengono dunque smontate punto su punto. Scrive Setti: "Prima riflessione durante la gara se i cori di tremila persone ci fossero davvero stati, per quale oscuro motivo il calciatore stesso, Muntari, o il Milan non hanno, come sarebbe stato loro legittimo diritto e dovere, immediatamente segnalato tali episodi al direttore di gara con i conseguenti provvedimenti, così come accaduto in altre occasioni da parte di alcuni suoi colleghi (vedi i casi di Kevin Prince Boateng e Kevin Constant)?"

"Per quale incomprensibile motivo, nel post partita, Muntari, la società di appartenenza, i media, avrebbero sottaciuto l'accaduto che normalmente e giustamente, ove ne ricorrano i presupposti, viene invece sistematicamente stigmatizzato per evitare che si possano reiterare? In sala stampa e nelle interviste post-gara come mai nessun giornalista ha evidenziato tali presunti cori discriminatori ponendo domande in tal senso ad allenatori, dirigenti, calciatori e soprattutto al diretto interessato. Come mai nessun quotidiano il giorno successivo alla gara e nemmeno il martedì, ha riportato nemmeno una riga di commento sui presunti cori contro Muntari? E così le televisioni, i siti web, e tutti gli organi d'informazione…"

"DANNO D'IMMAGINE": IL COMUNE DENUNCIA I PROCURATORI DELLA FIGC

Continua il presidente Setti: "Per quale incomprensibile motivo l'arbitro e i suoi assistenti nel referto a fine gara avrebbe lasciato in bianco lo spazio relativo al comportamento del pubblico, stante i presunti cori di ben 3mila spettatori, e ha invece riportato i cori di pochi che lo hanno apostrofato al momento dell'espulsione di Marquez al 48esimo del secondo tempo? Un preoccupante inizio di sordità ad intermittenza? Non è forse legittimato, secondo le norme vigenti, il direttore di gara, ove percepisca cori di natura discriminatoria razziale, addirittura a sospendere la partita? Perchè avrebbe concesso ai sostenitori della curva veronese di insultare Muntari lasciandoli impuniti e non facendo nemmeno semplice richiesta agli addetti di effettuare un comunicato audio dallo speaker in merito, diffidandoli dal perpetrarli".

"Se i cori si fossero davvero sollevati contro Muntari, anche altri calciatori del Milan sul terreno di gioco non sarebbero stati altrettanto bersaglio di tali beceri cori? E per quale motivo nemmeno altri calciatori di colore in panchina che hanno, come prassi, svolto il riscaldamento durante la gara proprio sotto la Curva Sud ne sono mai stati bersaglio".

"Per quale motivo anche martedì scorso, nell'intervista rilasciata a Milan Channel e prima del comunicato del giudice sportivo, Muntari non ha detto nemmeno una parola di condanna in merito a presunti cori da lui subiti - conclude Setti - nessun giornalista gli ha chiesto nulla e nemmeno i dirigenti della società di appartenenza mi hanno ad oggi neppure informalmente contestato in alcun modo il comportamento della nostra tifoseria?. La risposta a mio avviso è semplicemente oggettiva: i presunti cori discriminatori non ci sono mai stati! Aiutatemi a comprendere. Confido nella giustizia sportiva".

ALTRE REAZIONI - La lettera del presidente Setti è stata preceduta di qualche minuto dal sostegno della stessa società milanista: "Sembra eccessiva la pena di 50mila euro e la chiusura della curva veronese per un turno. Lo stadio Bentegodi ha voluto essere ironico ad inizio partita, dicendo la parola “scimmia” dopo tutti i giocatori del Milan", erano le parole riportate nelle scorse ore dal sito internet "Milan Channel". Anche il questore di Verona Vito Danilo Gagliardi, solitamente messo sull'avviso immediatamente dopo disordini, tafferugli o avvisaglie di razzismo, ha confessato di non essere venuto a conoscenza di nessun coro discriminatorio.

I TIFOSI - Non accettano nulla di quanto accaduto i tifosi gialloblù, primi penalizzati dall'intera vicenda: "La Curva Sud, in occasione della partita casalinga con la Lazio, chiede uno sforzo ai tifosi del Bentegodi: tutti fuori dallo stadio fino al fischio d'inizio, per dare un segnale di forza e unità contro un provvedimento assolutamente ridicolo. Mostriamo cosa vuol dire essere uniti... Soli contro tutti. Dopo il fischio d'inizio ognuno è libero di entrare e di sostenere l'Hellas Verona".

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