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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Verona, coppie di fatto, il Comune è pronto: nasce il registro per estendere i diritti di una famiglia

Flavio Tosi primo sindaco della Lega ad avanzare la proposta: "Si tratta di un primo passo nel riconoscimento". Nel giro di qualche settimana, l'Anagrafe sarà in grado di rilasciare un attestato ai conviventi da almeno due anni

Primo sindaco leghista a dire Sì. Ed è una decisione che senza dubbio farà discutere. La Giunta comunale di Verona ha deciso di rilasciare, attraverso gli uffici dell’Anagrafe, un attestato per il riconoscimento delle famiglie anagrafiche unite da vincolo affettivo (così come definite dal Dpr 223 del 1989) caratterizzate da una convivenza stabile e duratura. Lo rende noto il sindaco Flavio Tosi, spiegando che “si tratta di un primo passo nel riconoscimento delle cosiddette coppie di fatto, date le mutate esigenze della società contemporanea e l’evidente discrasia tra realtà sociale e disciplina giuridica". Nel giro di qualche settimana, il Comune sarà in grado di rilasciare un attestato a tutte le coppie conviventi da almeno due anni per il riconoscimento di alcuni diritti, senza interferire con la vigente normativa in materia di anagrafe e di stato civile, con il diritto di famiglia e con altre leggi di tipo civilistico.

Il documento, che sarà rilasciato dopo un anno di convivenza se uno dei due partner ha più di 70 anni o immediatamente nel caso di conviventi con figli in comune o di coppie che hanno già ottenuto un medesimo riconoscimento in un altro Comune permetterà ai conviventi di far valere i propri diritti, quale coppia, per ottenere informazioni sullo stato di salute del convivente, per l’assistenza in strutture sanitarie in caso di degenza o per l’accesso a documentazione delle pubbliche amministrazioni.

L’attestato inoltre permetterà di fruire di agevolazioni per i servizi rivolti a coppie, giovani, genitori e anziani, per lo sport e il tempo libero, e di aver accesso ai servizi sociali e ad attività di sostegno e aiuto nell’educazione. Precisa Tosi che "nel nostro Comune già oggi le coppie con figli, a prescindere dal fatto che siano o meno sposate, hanno pari diritti per l’accesso ai nidi, ai servizi per l’infanzia e per la richiesta di case popolari. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, la normativa per l’assegnazione di alloggi popolari non verrà modificata per le coppie conviventi senza figli. Sono così tante le richieste avanzate da famiglie con bambini che comunque le prime non entrerebbero in graduatoria”.  

LE REAZIONI - Tra i primi a commentare la cosiddetta "svolta Tosi" c'è stato il Circolo Pink, seguito a ruota (e su posizioni agli antipodi) dal consigliere regionale veronese di Futuro Popolare, Stefano Valdegamberi: "L’istituzione di un registro per le coppie di fatto compreso quelle omosessuali, risulta solo un manifesto politico privo di alcuna efficacia giuridica, perché non rientra nell'autonomia regolamentare degli enti locali la potestà di disciplinare situazioni di diritto familiare. Tale registro, pertanto, ha un’esclusiva natura ideologica e simbolica. Non vi è alcuna esigenza e urgenza sociale, nella nostra città, all’istituzione di tale registro. Le esigenze e i bisogni dei nostri cittadini sono altri e ben più importanti di un registro, che non darebbe sollievo ad alcuno, perché inutile".

"È solo il caso di rilevare, a tal proposito, che nei Comuni in cui il registro è stato istituito - proprio perché non ha alcuna efficacia giuridica, ma ha solo una valenza simbolica e ideologica - le adesioni sono state nulle, o scarse, tanto è vero che alcuni Comuni hanno provveduto ad estinguere tale strumento. Le coppie di fatto, nel nostro ordinamento giuridico godono già della maggior parte dei diritti riconosciuti alle coppie coniugate e non hanno bisogno di un registro che non dà loro alcun ulteriore diritto, in quanto irrilevante giuridicamente. Chi vive in una coppia “di fatto” lo fa proprio perché non vuole essere riconosciuto giuridicamente, altrimenti potrebbe tranquillamente sposarsi. Gli unici che ambiscono a questo “riconoscimento ideologico” sono gli omosessuali. Ma anche per loro questo registro non aggiunge e non toglie alcun diritto individuale di cui già godono. Il sindaco e il Comune di Verona si preoccupino piuttosto di dedicare maggiore attenzione alle famiglie con figli, oggi le vere discriminate, ricordandosi che eventuali diritti vanno riconosciuti solo a parità di doveri".

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