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Cronaca San Michele / Via San Michele

Verona, la città consegna le "chiavi" del Lazzaretto al Fai: "Così rinasce e verra restituito ai veronesi"

Secondo la convenzione, Il Fondo per l'ambiente italiano si impegna per 18 anni prima a riqualificare e poi a gestire e valorizzare questa storica area veronese, oggi in forte stato di degrado

Il Comune di Verona ha consegnato ufficialmente al Fai, Fondo Ambiente Italiano, il complesso monumentale del Lazzaretto, all’interno del parco dell’Adige Sud di Verona. Questo sancisce l’accordo firmato lo scorso 14 luglio dal sindaco Flavio Tosi e dal direttore generale del Fai, Angelo Maramai, alla presenza del sottosegretario al Ministero dei Beni culturali, Ilaria Borletti Buitoni. Secondo la convenzione, il Fai, in collaborazione con il Comune di Verona, si impegna per 18 anni prima a riqualificare e poi a gestire e valorizzare questa storica area veronese, oggi in forte stato di degrado. “Un progetto che ha trovato subito l’unanime condivisione dell’amministrazione e di tutto il Consiglio comunale – ha detto Tosi – per individuare la migliore modalità di recupero di questo splendido tempietto e dell’area che lo circonda. Fino ad ora questa era un’area degradata e insicura: oggi la consegniamo per farla tornare a rivivere e, con l’impegno di tutti, per restituirla alla fruibilità della collettività veronese, con un progetto importante che la trasformerà in luogo di cultura e di svago”. La Fondazione Cariverona ha confermato un nuovo impegno di 250mila euro, per il biennio 2014-2015, finalizzato al recupero e alla valorizzazione del monumento e dell’area complessiva in zona San Michele.

Un luogo della memoria amato dai veronesi che lo hanno segnalato in occasione del quinto e del sesto censimento del Fai "I luoghi del cuore" per proteggerlo dalla cementificazione e farlo conoscere. L’attenzione sarà rivolta, oltre che al Lazzaretto, anche al terreno adiacente di tre ettari, donato al Fondo nel 2012. Una vasta area da restituire alla città con un piano di sviluppo turistico a vocazione naturalistica e sportiva , pensato per il benessere del fisico e dello spirito. Il luogo di un’antica sofferenza verrà così trasformato nel fulcro di un progetto di recupero storico e ambientale, destinato a creare un’area di benessere per la città.

IL PROGRAMMA DEI LAVORI - Le prime azioni che saranno messe in atto saranno quelle della bonifica: il Fai porterà a termine la pulitura e la bonifica dell’area del Lazzaretto dagli ordigni bellici rimasti inesplosi; la pulitura dell’area da vegetazione infestante e da cumuli di macerie per mettere in luce quanto resta dell’edificio originario, ed eventuali primi interventi di consolidamento se si renderanno necessari durante la pulitura e la bonifica.

Poi avverrà l'approfondimento: sarà intrapresa una campagna di rilievo fotogrammetrico e un’analisi di tutti i materiali superstiti riconducibili alla struttura architettonica originaria - al fine di documentare le testimonianze presenti nell’area. Solo approfondendo la conoscenza di quanto resta dell’edificio e verificandone lo stato di conservazione, sarà possibile intervenire con restauri e nuovi interventi che aiutino la lettura dell’edificio e che contribuiscano alla sua valorizzazione.

In seguito toccherà alla ricerca storica su fonti d’archivio e su testimonianze dirette. In un’ottica di riqualificazione, il Fai mira a rivitalizzare l’intera area e punta a dare vita a un sistema del parco dell’Adige Sud di cui il Lazzaretto possa essere il fulcro, diventando un luogo di incontro e per il tempo libero. Tra le prime idee prese in considerazione la realizzazione di una passerella ciclopedonale che colleghi la riva destra del fiume con quella sinistra, in prossimità di "Villa Bernini Buri", favorendo una più facile viabilità nell’area. Un’altra idea riguarda invece la realizzazione di un grande orto collettivo sul terreno donato, che possa diventare un luogo da vivere, in cui si possa recuperare e rafforzare anche il legame dei cittadini con la campagna. Durante le fasi di bonifica e di approfondimento l’area del Lazzaretto, per motivi di sicurezza, sarà un cantiere recintato e non accessibile al pubblico.

LA STORIA - Costruito tra il 1549 e il 1628 su progetto del Sanmicheli, il Lazzaretto nasce come struttura di accoglienza per malati contagiosi. Il complesso si presenta come una struttura rettangolare di 239 x 117 metri divisa in quattro settori dove sorgevano le 152 celle munite di servizi igienici e caminetti, collegate tra loro da un porticato. Al centro un tempietto fungeva da cappella. Il Lazzaretto termina la sua funzione di cura dei malati nel Settecento per essere poi trasformato in deposito di armi e munizioni. Sono le truppe naziste le ultime a utilizzarlo e ad abbandonare lì armi ed esplosivi durante la ritirata. Nel 1945 il deposito salta in aria facendo trenta vittime e danneggiando gravemente la struttura. Il tempietto centrale fu in parte ricostruito nel 1960 in occasione delle celebrazioni sanmicheliane, ma il resto dell’architettura è a tutt’oggi ridotta a un rudere. Il complesso si trova su un’ansa della riva destra del fiume Adige, in un’area di straordinaria importanza paesaggistica e naturalistica unica nel suo genere : un polmone verde vicino al centro città che si presta, una volta riqualificato, a divenire luogo dove vivere a contatto con la natura.    

IL PROGETTO DI RECUPERO COMPLETO (DOWNLOAD PDF)

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