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Verona, ciclo dei rifiuti, malaffare, inceneritori: sopralluogo a Ca' del Bue. "Deve tornare ad essere virtuoso"

La commissione parlamentare d'inchiesta termina la due giorni a Verona nelle aree del termovalorizzatore dopo la visita alla discarica di Pescantina: "Urge un ammodernamento delle strutture. Mafie qui non appaiono"

"Un panorama che desta preoccupazione, con indagini di un certo rilievo in corso e alcune criticità che ora inizieremo ad approfondire". Parla di rifiuti, di smaltimento, di illeciti, il presidente della commissione parlamentare d'inchiesta, Alessandro Bratti, conclusa la missione di senatori e deputati in Veneto, una tre giorni dedicata ad approfondire i temi della gestione dei rifiuti, con particolare riferimento ai presunti illeciti, nelle province di Verona, Vicenza e Belluno. La delegazione, guidata dal presidente Bratti e composta dai deputati Stefano Vignaroli, Miriam Cominelli, Alberto Zolezzi e dai senatori Paolo Arrigoni, Bartolomeo Pepe e Laura Puppato, ha incontrato i prefetti di Verona, Vicenza e Belluno, le Forze dell'ordine, i magistrati della Direzione distrettuale antimafia e delle Procure. All’ordine del giorno, l’ultimo a Verona, quello di mercoledì, la commissione ha svolto un'ispezione all'inceneritore di Ca' del Bue dopo la visita alla discarica di Ca’ Filissine a Pescantina.

"Le autorità che abbiamo audito - ha spiegato Bratti - ci hanno spiegato che non c’è un'infiltrazione della criminalità mafiosa nelle tre province analizzate. Non c’è dubbio, però, che in Veneto ci troviamo di fronte ad una patologia organizzata, con alcuni aspetti da approfondire che toccano anche una parte dell'amministrazione pubblica. Abbiamo anche riscontrato alcuni episodi di presunta intimidazione nella provincia di Belluno che meritano un supplemento d'indagine". Su Ca’ del Bue, in particolare, si sono puntati i riflettori. È stato giudicato “non virtuoso” poiché l’impianto si è fermato dopo un paio d’anni a fronte di investimenti pubblici da decine di milioni di euro negli anni Ottanta. Ora è atteso l’esito sul progetto presentato da Agsm in Regione che prevede l’ammodernamento degli impianti, già dichiarati “passati”. A Pescantina si cercano ancora responsabilità sulla situazione percolato (che ha raggiunto i 36 metri di profondità, stando alle ultime rilevazioni). Il sopralluogo dei parlamentari arriva a pochi giorni di distanza dall'ultima discarica illecita ritrovata in provincia, nelle aree della fornace del gruppo vicentino Stabila a Ronco all'Adige, dove erano stati sepolti scarti di lavorazioni di fonderia che potenzialmente avrebbero inquinato le falde.

"La due giorni della Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti in Veneto - rileva la senatrice del Pd, Laura Puppato - potrebbe essere commentata dicendo: 'Benvenuti al nord!'. Dopo un intenso lavoro di sopralluoghi e audizioni, finalizzato ad accertare gli illeciti nel settore della gestione dei rifiuti e avere il quadro del livello di malaffare in Veneto, ciò che emerge non à l'orgoglio atteso, ma la palese evidenza che, pur non avendo conferma di pesanti infiltrazioni mafiose, una rete, un sistema malato si e' impadronito anche di un pezzo della nostra regione. E questo spesso in salsa veneta, con pericolosi affondi nelle pubbliche amministrazioni, in particolare in Regione, dove non si è fatta pulizia come si sarebbe dovuto fare dopo la vergogna del caso dell'ex dirigente Fior e proprio per questo, vien da pensare, con ampie connivenze in politica”.

Il sopralluogo della commissione è stato dedicato ai casi di illeciti delle province di Verona, Vicenza e Belluno, seguirà a novembre una seconda puntata con focus su Padova, Treviso, Mestre e Porto Marghera.

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