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Cronaca San Zeno / Piazza Corrubbio

Verona, causa da 44 milioni per il park San Zeno, il Comune è convinto: "Non scuciremo nulla"

La ditta realizzatrice Rettondini aveva citato sindaco e quasi tutti gli assessori delle due Giunte Tosi per risarcimento danni. Una memoria dei legali ingaggiati dall'amministrazione prova a smontare punto per punto le contestazioni

La causa della ditta Rettondini contro il Comune di Verona sul parcheggio di piazza Corrubbio a San Zeno “finirà a favore dell’amministrazione”. Si respira aria di ottimismo a Palazzo Barbieri: perché di quei 44 milioni di euro chiesti come risarcimento non verrà versato proprio nulla. Ne sono convinti gli avvocati ingaggiato dall’amministrazione. Spiega il Corriere di Verona che in base alla memoria presentata al giudice civile non sono stati commessi inadempimenti contrattuali. Con la richiesta risarcitoria dell’impresa di costruzioni erano stati citati sindaco, 12 assessori facenti parte delle due Giunte Tosi e due dirigenti comunali. Punto per punto, il documento arrivato in tribunale cerca di smontare le ipotesi della Rettondini. Ad esempio quella sulla concessione. La ditta aveva espresso contrarietà alla “mancata adozione da parte dell’amministrazione comunale delle misure idonee a riequilibrare il Piano economico finanziario, alterato a seguito delle modifiche al progetto originario imposte dallo stesso Comune”.

Fu la Giunta Tosi a ridurre le metrature, anche dopo le proteste di commercianti e residenti della zona, per poter arrivare a conclusione dei lavori in minor tempo. Da 302 a 216 posti. Il park fu realizzato nel 2012 e inaugurato il 22 dicembre. Per compensare le modifiche, intanto, si stava studiando l’ipotesi di garantire altri 86 posti auto in superficie da far gestire all’azienda, alla ex caserma Passalacqua (disponibili solo a partire dal 2015). La ditta però chiedeva un accordo della durata di due anni e mezzo, il Comune era disposto a concedere “solo” sei mesi. La Rettondini sperava di rifarsi dal presunto danno subito dalla sosta selvaggia nella piazza (e a cui il Comune non avrebbe, nelle ipotesi dei titolari della ditta, reagito in maniera “vigorosa”).

Il contrattacco di Palazzo Barbieri passa attraverso la proposta alla ditta (che rigettò) di revisione del piano finanziario. A questo si aggiungono le contestazioni che la Rettondini fa in merito alle già citate soste nelle aree vicino al parcheggio. Responsabilità di “omesso controllo”, per la società, sono da attribuire all’assessore alla Mobilità, Enrico Corsi e al sindaco Tosi, competente delle attività di polizia municipale. Anche qui il Comune non ci sta e avrebbe fornito prove sulle direttive impartite agli agenti in merito ai controlli in superficie. E ancora: la Rettondini chiede un risarcimento al Comune per l’omessa adozione dei segnali di modifica alla viabilità per l’indirizzamento verso il parcheggio. Cosa che, viene ribadito sulla memoria dell’amministrazione, sarebbe invece stata attuata con spese a carico proprio di Palazzo Barbieri.

L'udienza che era prevista per la prossima settimana è stata rinviata per dare modo di sentire anche le compagnie assicurative. Il Comune ha ottenuto che la discussione in tribunale riprenderà tra 4 mesi.

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