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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Piazza Brà

Verona, battaglia del Comune contro i posti ai bimbi stranieri: "Lo Stato ci dia i soldi per mantenerli"

La Giunta comunale decide di impugnare il provvedimento davanti al Tar. Tosi:"Non ci viene data alcuna scelta. O lo Stato ci attribuisce anche le risorse necessarie o la differenza dovranno rimettercela i veronesi"

Il guanto di sfida era già stato lanciato. Più che altro si era levata la voce di protesta del sindaco di Verona, Flavio Tosi. Ora si annuncia una vera battaglia. Nella seduta odierna, la Giunta comunale di Palazzo Barbieri ha deciso di impugnare, davanti al Tar del Lazio, il provvedimento relativo al riparto delle risorse da parte del Ministero dell’Interno, attraverso le Prefetture, ai Comuni affidatari di minori non accompagnati, nell’ambito dell’emergenza profughi.

“Lo Stato, attraverso il Ministero dell’Interno – ha spiegato Tosi - riconosce ai Comuni affidatari 45 euro al giorno per ogni minore forzosamente assegnato. Visto che al Comune non è data possibilità di scelta in merito e che questo servizio viene reso attraverso strutture autorizzate convenzionate, che hanno una tariffa mediamente doppia rispetto alla cifra riconosciuta dal Ministero, o lo Stato attribuisce al Comune, insieme ai minori, anche le risorse corrispondenti al loro mantenimento o la differenza dovranno rimettercela i veronesi. Per questo la Giunta comunale ha deciso di impugnare il provvedimento davanti al Tar”.  

Il sindaco, conti alla mano forniti dagli uffici municipali, aveva già puntato il dito ad agosto contro l'ammontare della retta, che è stata stabilità in 45 euro giornaliere (a fronte dei 91 euro riconosciuti per le annualità 2014-2016). Tale somma, che è un contributo statale, risulterebbe insufficiente a garantire gli standards qualitativi definiti dalla normativa della Regione Veneto in materia di autorizzazione ed accreditamento delle strutture di accoglienza per minori.

LO SPRAR - Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) è costituito dalla rete degli enti locali che, per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata, accedono al "Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo". È così in grado di realizzare interventi di "accoglienza integrata" che non si occupano solo di distribuzione di vitto e alloggio, ma prevedono anche a misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di "percorsi individuali di inserimento socio-economico" e di lavoro. Tramite lo Sprar infatti i migranti frequentano corsi d'italiano e tirocini formativi.

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