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Cronaca via Tribunale

Verona, arrestato per spaccio di droga, si fa un anno e 7 mesi di carcere. Ma non c'entrava nulla

La storia di Luigi Fedrigo, 61enne veronese, che nel 2009 era stato fermato assieme a moglie e scuocera dalla polizia dopo che in casa gli avevano trovato oltre un chilo di cocaina. Il giudice: "Non ci sono prove". Ora attende risarcimento

Era finito in cella per spaccio di droga. Si è fatto un anno e 7 mesi. Ma non c’entrava nulla. Lo hanno stabilito i giudici della Corte d’appello, assolvendolo. Peccato però che tutta quell’umiliazione e il tempo passato in carcere non potranno essere facilmente cancellate. Nemmeno con il risarcimento che si è apprestato a chiedere. È la storia di Luigi Fedrigo, 61enne veronese, che dopo la notizia del suo arresto e della sua condanna non riesce più ad avere una vita normale. Non trova lavoro. Il Tribunale dei minori gli avrebbe anche tolto il figlio di 8 anni. Ora è stato lui ad adire a vie legali per ottenere il riconoscimento che gli spetta. I giudici di Venezia gli hanno fatto ottenere un risarcimento di oltre 46mila euro. da versare entro la fine dell’anno. Lui però di certi guai, diversi da quelli di cui era stato accusato, dovrà rispondere ad Equitalia. L’agenzia di riscossione tributi gli contesta l’evasione delle tasse. Dovrà anche pagare la multa ai vigili. Ma lui, spiega su L’Arena, era in carcere e non c’era modo di versare la quota pretesa. Rischia anche lo sfratto perché non riesce a pagare l’affitto. Non avendo un lavoro.

I suoi guai con la giustizia risalgono al febbraio 2009, quando viene arrestato assieme a moglie e alla suocera. La polizia aveva fatto irruzione in casa sua e avevano trovato un chilo e due etti di cocaina. La droga era nascosta in garage e anche sotto il letto dei figli. Davanti al giudice aveva ammesso di non sapere nulla di ciò che combinasse la moglie, dalla quale si era separato tre mesi prima. Per il giudice, però, la tesi delle difesa non era convincente e Fedrigo era stato condannato a cinque anni con rito abbreviato. In appello, dopo 11 mesi, è arrivata però l’assoluzione perché non ci sono prove che l’uomo abbia “agevolato” la condotta di moglie e suocera. Aveva lasciato il carcere nel 2010 e ora è arrivata anche la sentenza per un indennizzo. Ma i problemi per lui sono ancora tanti da risolvere.

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