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Cronaca Centro storico / Via Giuseppe Mazzini

Verona, aperture festive e straordinarie dei negozi: nuovi limiti. Multe fino 12mila euro per chi sgarra

Consentito a ciascun esercente l'attività di vendita al dettaglio di decidere l'apertura straordinaria fino ad un massimo di 6 giorni, individuati liberamente tra i 12 indicati dal testo approvato alla Camera

Per sei giorni festivi all'anno i negozi dovranno essere chiusi. Lo prevede la proposta di legge sugli orari di apertura dei negozi approvato dalla Camera con 283 Si, nessun No e 15 astenuti. Il testo, che ora passa al Senato, apporta alcune limitazioni alla liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali.

Il testo prevede che in dodici giorni festivi dell'anno (Capodanno, Epifania, 25 aprile, Pasqua, pasquetta, il primo maggio, il 2 giugno, il 15 agosto, il primo novembre, l'8 dicembre, Natale e Santo Stefano) le attività commerciali debbano essere svolte nel rispetto degli orari di apertura e di chiusura domenicale e festiva.

Viene però contestualmente consentito a ciascun esercente l'attività di vendita al dettaglio, di derogare all'obbligo di chiusura, fino ad un massimo di sei giorni, individuati liberamente tra i dodici indicati dal testo. Sono esclusi dal campo di applicazione dei limiti bar e ristoranti, ma anche rivendite di generi di monopolio, i negozi interni agli alberghi, alle stazioni, ai porti e agli aeroporti, le edicole, gli esercizi specializzati nella vendita di bevande, fiori, piante e articoli da giardinaggio, mobili, libri, dischi, nastri magnetici, musicassette, videocassette, opere d'arte, oggetti d'antiquariato, stampe, cartoline, articoli da ricordo e artigianato locale.

Escluse anche le stazioni di servizio e le sale cinematografiche. Per i negozi che non rispetteranno i sei giorni festivi all'anno sono previste multe da 2 a 12mila euro. Ai sindaci è conferita anche la facoltà di porre limiti agli orari di apertura notturna dei negozi nei quartieri della movida, attraverso ordinanze con validita' di tre mesi che possono essere reiterate. Tra le novita' inserite in Aula, prevede la facoltà, (e non più l'obbligo), di istituire un osservatorio sugli orari dei negozi, mentre è ristretto alle microimprese l'accesso a un fondo ad hoc (con dotazione di 18 milioni di euro fino al 2020) per sostenere spese di ristrutturazione e ampliamento delle attività, ma anche, per quelle bancarie o per il pagamento "tramite moneta elettronica", ovvero per il Pos.

"TENTATIVO FALLITO" - Si dice contenta ma non abbassa la guardia la Confcommercio, da sempre titubante sulla misura introdotta dal governo Monti. “Allungare gli orari di vendita oggi - spiega il presidente di Confcommercio Veneto, Massimo Zanon - ha un unico risultato certo per le aziende: l’aumento di costi, dovuto soprattutto all’incremento delle ore lavorate, ma non quello delle vendite totali del settore. Lo confermano i dati Istat, dimostrando che le liberalizzazioni volute dal governo Monti hanno fallito nel tentativo di rilanciare i consumi. Con una aggravante: non potendo usare liberamente la leva del prezzo perché il consumatore non è disposto a spendere di più, i margini di profitto delle aziende si sono ridotti all’osso. Risultato: dall’entrata in vigore delle liberalizzazioni Monti a oggi hanno chiuso oltre 170mila aziende commerciali al dettaglio ( 13mila nel solo Veneto), solo in parte compensate da new entry".

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