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Cronaca Centro storico / Via Cappello

Verona, Amo punta al rilancio dal flop, Giulietta sulla tecnologia degli ologrammi: i nuovi progetti

Il museo della lirica si butta sulla tradizione e la cultura di cibo e musica, la Casa nell'innovazione: una società spinge con l'hi tech per far risalire la reputazione della maggior attrazione veronese

Il museo della lirica punta alla tradizione mentre Giulietta all’innovazione. Le due attrazioni cittadine puntano ad un rilancio. O meglio, “Amo - Arena museo opera” a palazzo Forti tenta un recupero dopo il flop delle passate stagioni mentre la Casa più famosa di Verona sfrutterà la tecnologia per lasciare a bocca aperta i visitatori.

"AMO, ARENA MUSEO OPERA" - Nel primo caso, “Amo” presenta una serie di iniziative che coniugano alcune passioni, come quella tra musica e cucina. A fare da supporto fondamentale sarà ovviamente “Amo Opera Restaurant” situato proprio dentro palazzo Forti dove ha sede l’esposizione dedicata all’opera lirica italiana. Mercoledì 6 agosto si parte quindi alle 20e30 con serata di musica e degustazione celebrando il Maestro e compositore Pietro Mascagni. Tema della serata sarà anche il sigaro, passione celebre dell’autore della “Cavalleria rusticana”. Fondazione Arena è uno dei supporter, ovviamente, dell’operazione di rilancio di Amo. Attraverso anche la concertazione con il Comune, il museo della lirica ha abbassato i prezzi: il ticket intero costa 8 euro, il ridotto 5 e chi ha già acquistato il biglietto per un’opera all’Arena può entrare pagandone solo 2. L'anno scorso costava 20 euro nei giorni feriali e 22 nei festivi. Il museo spera così di far entrare tanti visitatori: quelli che sono mancati nel 2013 e che ha fatto chiudere i battenti in autunno (ufficialmente per “nuovi allestimenti”) con una grossa delusione. Per il 2014 Amo farà entrare gli appassionati nelle sale di palazzo Forti con percorsi guidati tra affreschi del ‘700, sale sfarzose e resti romani e medievali.

FLOP DI "AMO" A PALAZZO FORTI, IL MUSEO DELLA LIRICA CHIUDE PER 5 MESI

Nel primo appuntamento di agosto, dunque, la musica renderà omaggio al grande compositore Mascagni, catturando gli ospiti nelle suggestioni di una conversazione a cui prenderà parte il giovane direttore d’orchestra in Arena, il veronese Andrea Battistoni, anch’egli grande appassionato di sigari toscani, con l’accompagnamento al pianoforte del Maestro Paolo Fiamingo. Proprio i sigari saranno co-protagonisti della serata, con una degustazione dell’Edizione Mascagni che le “Manifatture sigaro toscano” nel 2013, a 150 anni dalla nascita del musicista, hanno dedicato al compositore, affiancando così il suo nome a quelli altrettanto illustri di Garibaldi, Soldati e Modigliani.    A completamento di questa esperienza che coinvolgerà il pubblico con uno scorcio della vita, del talento, delle passioni di Mascagni, sarà possibile assaporare un menu a tema ispirato alle origini livornesi del musicista curato dal ristorante. A fare da regista, tra i fornelli, chef Silvio Salmoiraghi, ex allievo di Gualtiero Marchesi, e chef Vincenzo Bonocore. A conclusione, la degustazione guidata dei distillati Capovilla.

PER GLI INNAMORATI - Giulietta invece, più che al rilancio, punta al consolidamento del suo successo. L’attrazione più vista di Verona si potenzia con la tecnologia. Il progetto presentato dalla “Mox Corporation” per la Casa di via Cappello (che cambierà ingresso a breve, introducendo un ticket per accedere al cortile), prevede l’ologramma di Giulietta che accoglie i visitatori nella sala del caminetto, immagine proiettate ovunque per far rivivere la festa danzante dove si conobbero, nelle parole scritte da William Shakespeare, i due famosi innamorati. Ispirandosi a lavori ottenuti alla “Tower bridge” di Londra o alla “Dynamic earth” di Edimburgo, l’hi-tech giocherà un ruolo fondamentale ma anche il lato “umano” non sarà da meno: guide più preparate, in grado di parlare più lingue, gruppi organizzati e ben gestiti (al massimo 20 persone). Il costo del progetto, proposto dalla “Mox” di Andrea e Carlo Benatti e Mirko Martinelli, prevede un milione e mezzo di euro e 460mila euro da versare come affitto al Comune per la gestione totale della Casa. Spiegano sul Corriere Veneto i tre soci, che ora attendono risposte dall’amministrazione, che

se l’ente pubblico ha le risorse e le professionalità per farlo, benissimo! L’importante – concludono all’unisono i tre soci – è che Casa di Giulietta vanga rivalutata, che non si leggano più i giudizi che quotidianamente si leggono in tutto il mondo via Internet, che quella Casa non sia più solo un insieme di stanze un po’ spoglie e un po’ tristi, ma diventi qualcosa di veramente imperdibile, per i turisti ma anche per i veronesi.

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