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Cronaca San Michele / Via San Michele

Verona, amnistia nelle carceri. Tosi non ci sta: "Solo chi se lo merita deve uscire"

Il sindaco contro la proposta Napolitano sul sovraffollamento delle celle: "Unico effetto dei condoni è di far uscire decine di migliaia di persone che in larga parte vi rientrano in pochi giorni". Fontana: "E alla brava gente chi ci pensa?"

“Credo che la posizione espressa dal nostro presidente della Repubblica non sia in questo caso condivisibile. Nel nostro Paese, da molti anni a questa parte, ogni tanto si mette in atto una specie di condono, che sia amnistia o indulto, che ha l’unico effetto di far uscire dal carcere qualche decina di migliaia di persone che, come dimostrano i dati, in larga parte vi rientrano dopo aver commesso altri reati”. Questo il commento del sindaco di Verona, Flavio Tosi, all’apertura verso amnistia e condono da parte del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano

“La via da percorrere – ha aggiunto Tosi - è quella di modificare strutturalmente il sistema carcerario, che attualmente è costituito sostanzialmente da carceri di massima sicurezza, prendendo spunto dal sistema statunitense, dove per la maggior parte dei detenuti ( tranne quelli che devono essere controllati in maniera particolare) vengono utilizzate strutture di detenzione che assomigliano alle nostre caserme. Anche nel nostro Paese molti detenuti potrebbero essere messi in caserme riadattate senza il rischio di evasione, con la possibilità di svolgere attività lavorativa e di avere maggiori spazi a disposizione per le ore d’aria. Negli Stati Uniti la gestione di un detenuto costa circa un decimo di quello che costa nel nostro Paese, sia perché gli viene data la possibilità di lavorare, sia perché il coinvolgimento del privato nella gestione delle carceri abbatte i costi. Queste sono le reali modifiche da apportare, non certo liberare chi sta all’interno delle carceri. Un detenuto dovrebbe uscire dal carcere perché se lo merita non certo perché sono troppi in cella”.

MONTORIO, SITUAZIONE CARCERE INTOLLERABILE: "UTILIZZIAMO LE CASERME DISMESSE"

"Ho massimo rispetto per Napolitano - spiega Lorenzo Fontana, eurodeputato e capogruppo della Lega Nord al Parlamento europeo - tuttavia mi chiedo: che messaggio si lancia? Alla gente onesta e perbene chi ci pensa? Qui si sta invertendo la logica dello Stato di diritto, si sta violentando il sacro principio giuridico della certezza della pena. Anche le conseguenze pratiche e sociali sono pericolose, se il richiamo del Presidente della Repubblica verrà accolto. Più detenuti metti in libertà, più è alto il rischio di nuovi reati, perché parte di queste persone tornerà a delinquere, per indole o per necessità. In Italia non c'è lavoro per i neolaureati che devono scappare all'estero, con quanta facilità lo può trovare un ex carcerato? Inoltre qualsiasi provvedimento di clemenza è inutile, come dimostra l'indulto del 2006, anch'esso firmato da Napolitano. Facciamo un indulto ogni tot anni per poi trovarci da punto a capo?".

Fontana però non si limita a criticare. L'esponente leghista individua quelle che possono essere le soluzioni: "Utilizziamo le tanti carceri dismesse. Per far fronte all'emergenza utilizziamo le caserme chiuse dopo la fine della leva obbligatoria. Ma soprattutto facciamo scontare agli immigrati la pena nel loro Paese d'origine, come ho consigliato allo stesso Napolitano qualche settimana fa con una lettera. I rimedi ci sono, senza dover mettere in libertà migliaia di detenuti". 

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