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Verona, ammazzò la ex con 4 coltellate: Vittorio Ciccolini vuole lo sconto di pena grazie alla nuova perizia

Un nuova consulenza psichiatrica richiesta nientemeno che dalla madre dell'ex avvocato veronese ad un esperto neurologo di Padova per accertare lo stato di salute mentale del figlio. Ed è polemica sul risarcimento alla famiglia di Lucia

Una nuova perizia psichiatrica depositata dal suo avvocato e richiesta dalla madre. Un colpo di scena arrivato a poche ore dalla sentenza per l’omicidio di Lucia Bellucci del quale è stato accusato l’ex avvocato veronese Vittorio Ciccolini. È atteso infatti mercoledì il colloquio in aula, davanti al giudice e ai famigliari della bella estetista colpita a morte con quattro coltellate in una stradina isolata del Trentino. Il “delitto di Ferragosto” era stato ribattezzato, proprio perché era avvenuto nei caldi giorni dell’estate 2013. Ciccolini, 46 anni, è stato accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione, occultamento di cadavere e porto abusivo di arma. Sul corpo di Lucia, 31 anni, sono stati inferti 4 fendenti con una baionetta da guerra acquistata pochi giorni prima in un negozio del centro storico di Verona. Dopo ore di interrogatorio lui aveva confessato di averla colpita e uccisa. Ora la difesa ha calato il proverbiale “asso” nella manica.

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Una nuova perizia psichiatrica richiesta nientemeno che dalla madre dell’ex avvocato ad un esperto neurologo di Padova per accertare lo stato di salute mentale del figlio. Ciccolini è tuttora rinchiuso nel carcere di Trento. E anche questo secondo medico (dopo la prima perizia di parte) concorda sul fatto che il 46enne al momento dei fatti era incapace di intendere e di volere. Una ricostruzione che contrasta con quella del medico convocato dal giudice e che aveva rilevato come l’ex avvocato (è stato sospeso dall’Ordine) sapeva benissimo cosa stava facendo e aveva dichiarato la piena facoltà mentale. La perizia, che dovrà essere discussa davanti al giudice, punta dritto a favorire nell’imputato uno sconto di pena.

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Per ora si profila un rinvio dell’udienza (e della sentenza), proprio perché la consulenza è stata depositata in extremis, poche ore prima del colloquio a porte chiuse in aula. Insorgono, come spiega il Corriere Veneto, gli avvocati di parte civile della famiglia. Proprio giovedì scorso conoscenti, parenti e amici sono scesi in piazza nel paese natale di Lucia, a Pergola (Pesaro-Urbino), per ricordare la giovane ammazzata dall’ex e chiedere “giustizia”. Centinaia e centinaia di persone in corteo, alla testa del quale c’erano mamma Maria Pia, volontaria della Croce Rossa e papà Giuseppe, medico di base, oltre che i nonni, fratelli e sorelle.

Intanto si discute anche sul presunto risarcimento che Ciccolini avrebbe offerto alla famiglia. “Presunto” perché pare che non sia mai arrivato a destinazione. “Solo chiacchiere, non un solo euro” avrebbe commentato il padre. La cifra si aggirava sui 200mila euro, derivante dalla vendita di una casa e di altre proprietà dell’ex avvocato, più una sorta di colletta racimolata da parenti e amici del veronese.

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