Verona, accoltellata 15 volte dall'ex, Laura si racconta: "Il peggio è passato. A lui non voglio male"
La 25enne di Nogara ha rischiato la vita per l'aggressione subita da Enrico Sganzerla in un locale vicentino. Lui ossessinato dalla gelosia; lei, dopo l'ospedale, tenta di ricominciare la vita "normale"
Vuole tornare alla sua vita, quella “normale. Per alcune vittime di violenza riprendere a sperare in un futuro migliore significa ricominciare una “nuova” vita. Per Laura Roveri, 25 anni di Nogara, vuoldire riprendere il lavoro, farsi coccolare dalla famiglia e dagli amici, curare le cose che amava fare prima della terribile aggressione nel locale di Vicenza. Sono passati due mesi da quando la ragazza è stata ferita con 15 coltellate dal suo ex ragazzo Enrico Sganzerla, commercialista di Casaleone con studio a Cerea.
Quella sera del 12 aprile, in una discoteca del centro berico l’ha raggiunta mentre era in compagnia di alcuni conoscenti ad una festa. Lui era ubriaco e si era portato dietro un coltello da cucina. Ossessionato dalla gelosia, era diventato più volte possessivo, violento. Pericoloso. Laura è finita all’ospedale e si è dovuta sottoporre per giorni a cure ed operazioni per scongiurare la tragedia. Sganzerla è in carcere, accusato di tentato omicidio. Ora la ragazza nogarese si è detta più tranquilla. Sta meglio e il corpo risponde bene. Ci vorrà ancora del tempo però. Proprio lei è comparsa davanti ai giornalisti per presentare, attraverso la sua testimonianza, l’evento organizzato dall’associazione per la prevenzione del femminicidio “Isolina e…”. È previsto domenica prossima all’Arsenale, dalle 18 alle 19e30, con ospite d’eccezione l’attrice Lella Costa.
L’associazione ha anche annunciato di essersi costituita parte civile nel processo contro Sganzerla ed è tutt’ora coinvolta in quello a carico dell’avvocato Vittorio Ciccolini, accusato di aver ammazzato a coltellate la sua ex ragazza Lucia Bellucci.
SGANZERLA CHIEDE LA SCARCERAZIONE: "LE RESTERO' LONTANO"
LAURA TREMA AL PENSIERO DEL SUO EX: "SOCIALMENTE PERICOLOSO"
Come spiega il Corriere Veneto, Laura Roveri ha tentato di far sapere com’è andata, il suo percorso. Quella relazione che attraverso il sentimento aveva oscurato i moti di violenza del compagno:
«Mi sono chiesta poi, di quei "segnali" che c'erano. Erano la gelosia di Enrico, la sua possessività. Non li ho visto o forse li ho voluti ignorare. Li scambiavo per una sorta di "protezione" che però era morbosa» … «Non gli auguro del male… In realtà non gli auguro niente. Si è rovinato la vita da solo, peggio di questo non c'è… Vorrei solo, per lui ma anche per me, che seguisse un percorso di ricostruzione a livello psicologico, che gli faccia capire cosa ha fatto, cosa non va in lui… Io, da parte mia ho capito che è importante non chiudersi, che quello che mi è successo va messo a frutto perché non succeda più»
Emilio Greco, di “Telefono Rosa”, ha invece evidenziato l’inquietante legame con casi simili
«L'identikit di questi uomini - ha spiegato - è sempre lo stesso, con piccole sfumature. Sono comportamenti che si ripetono: il possesso, la coercizione psicologica, l'isolamento. Poi si passa ai fatti….». Se li porta addosso, Laura, quei fatti. Le coltellate sulle testa, sul collo, sulla schiena. «Cambi, è inevitabile. Leggi la realtà in modo diversi, getti lo sguardo dove prima non cadeva... Io, per fortuna, riesco a scindere Enrico dagli altri uomini. Non mi limita quello che ho passato. Non ho paura dei maschi, ho solo paura che Enrico non faccia quel percorso...».