rotate-mobile
Cronaca

Matrimoni e convivenze, le espressioni comuni da condannare

Le unioni tra persone di ugual genere è diversa dal matrimonio storico, e forse dovrebbe cambiare almeno il nome: è un contratto familiare ma con diritti simili

Si parla molto del nuovo tipo di contratto matrimoniale, tra persone dello stesso sesso, nuovo rispetto al matrimonio tradizionale tra uomo e donna, maschio e femmina, contratto ormai accettato da tutta la comunità internazionale ed ora prossimo ad una nuova legge anche in Italia. Ma il conflitto si pone: da una parte c’è l’unione tra persone umane così diverse e complementari, come sono maschio e femmina, come si verifica in tutte le specie animali, sia pure con diversità enormi; dall’altra c’è l’esigenza di garantire diritti sociali a persone dello stesso sesso che decidono di convivere per loro scelta.

In realtà anche le unioni tra gli animali variano molto, dalle coppie indissolubili come i cigni, ad altre unioni che si limitano al tempo strettamente necessario per l’accoppiamento; quindi i riferimenti  non sono poi così significativi e univoci. In secondo luogo per le unioni dello stesso genere, maschi o femmine, la famiglia che si forma potrebbe essere anche per più di due persone, perché viene meno l’univocità di genere di ciascun individuo della coppia, per cui l’unione potrebbe avvenire anche per 3 o 4  persone.
Di certo questa unione tra persone di ugual genere è diversa dal matrimonio storico, e forse dovrebbe cambiare almeno il nome: è un contratto familiare, con diritti simili a quelli del matrimonio, compresa l’adozione (tutte le adozioni richiedono una delibera del magistrato, e quindi anche per queste adozioni la decisione definitiva compete ad un organismo terzo, che giudica se il minore adottato può trovare un ambiente per lui favorevole).

Infine mi sembra decisamente brutto questo termine di “unioni gay”, che rimane sempre un’espressione di condanna sociale. E nemmeno è buono il termine di “coppie dello stesso sesso”: propongo ai giornalisti ed ai politici di usare un termine che descriva lo stesso genere, come può essere isogeno, un neologismo semplice e breve, senza troppe ambiguità.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Matrimoni e convivenze, le espressioni comuni da condannare

VeronaSera è in caricamento