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Rivoluzione nella lotta al tumore al pancreas: la scoperta arriva da Verona

Sono stati identificate e battezzate le quattro diverse tipologie di neoplasie: "È un passaggio fondamentale per arrivare a terapie più efficaci e diversificate per ciascun sottotipo di tumore"

Gli scienziati dell’università di Verona e dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata hanno identificato, e battezzato, i quattro tipi di tumore del pancreas: squamoso, progenitore pancreatico, immunogenico e a differenziazione mista esocrina-endocrina. Come viene spiegato su Quotidianosanita.it, gli studiosi impegnati nel progetto Genoma del cancro hanno accertato le quattro diverse neoplasie che possono colpire lo stesso organo, per ognuna delle quali è prevista una diversa terapia: si tratta di una scoperta rivoluzionaria nella lotta a questo tipo di tumori, che occupano il primo posto per mortalità. L'importanza dello studio “Genomic analyses identify molecular subtypes of pancreatic cancer”, viene avvalorata anche dalla sua pubblicazione su Nature. 

A firmare questa ricerca sono Giampaolo Tortora, direttore dell’Oncologia universitaria e dell’Azienda Ospedaliera, Claudio Bassi, direttore dell’Istituto del pancreas, e Aldo Scarpa, direttore del centro di ricerca ArcNet dell’università di Verona e coordinatore del team. Lo studio si basa sull’analisi di 456 pazienti e arriva un anno dopo la pubblicazione della prima parte del lavoro sempre sulla rivista scientifica internazionale. 

“L’aver identificato quattro tipi di cancro del pancreas – spiega Tortora sul sito Quotidianosanita.it – e portato alla luce la complessità della malattia è un passaggio fondamentale per arrivare a terapie più efficaci e diversificate per ciascun sottotipo di tumore. Le scoperte di questa ricerca sono una speranza per i pazienti affetti da cancro del pancreas, perché aprono la strada a una possibile personalizzazione delle cure anche nei tumori del pancreas, come avviene già per altri tumori. Tradurre nella pratica clinica i risultati delle sofisticate analisi condotte anche a Verona e contenute nella ricerca pubblicata su Nature, potrebbe cioè consentire di trattare ciascun paziente con la terapia più appropriata, migliorando sia la sopravvivenza sia la qualità di vita. Seppure in fase preliminare, abbiamo osservato che alcuni pazienti, in modo del tutto inatteso, rispondono eccezionalmente a una particolare terapia. Sulla scorta della nuova scoperta potremo associare queste insolite e positive risposte con uno dei sottotipi genetici del tumore e quindi estendere quel particolare trattamento a tutti i pazienti con tumori dello stesso sottotipo. Pensiamo, per esempio, che il tipo definito 'immunogenico' possa essere vulnerabile ai nuovi farmaci immunoterapici, già usati con successo in diversi tipi di tumori”.

Si tratta quindi di un enorme passo avanti nella terapia di queste patologie: si potrà scegliere in maniera più appropriata i farmaci da utilizzare e anche in ambito chirurgico può portare ad una vera e propria rivoluzione, come ha spiegato Bassi. "Anche la chirurgia troverà una sua più precisa collocazione in funzione della quattro tipologie. Alcuni tipi di pazienti, quando operabili, potranno trovare subito giovamento da una chirurgia. Per altri, invece, potrebbe essere più appropriato seguire prima cure mediche e sottoporsi solo successivamente alla chirurgia". 
“Siamo a un passo dall’applicazione routinaria di queste metodologie - ha poi aggiunto Scarpa - e il prossimo passo ci vedrà al lavoro per mettere a punto i reagenti e le tecnologie per assemblarle in kit da applicare alla diagnostica routinaria che viene eseguita nelle anatomie patologiche”.

Il progetto è stato finanziato dall’Airc, Associazione Italiana Ricerca sul Cancro, affiancato da un finanziamento per la ricerca di base del Miur, Ministero dell’Università e della Ricerca e, per la ricerca applicata, del Ministero della Salute.

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