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Cronaca

Truffe e furti in alberghi di lusso, due arrestati

Giovane coppia utilizzava documenti falsi per svaligiare le suite del Gardesano

Documenti d’identità false e patenti clonate per una truffa all’insegna dell’astuzia criminale. Con le manette ai polsi, è finita dietro le sbarre del carcere di Montorio una coppia italiana, Andrea Brusco, poerito informatico di 26 anni e Giulia Bianconi disoccupata di 38, entrambi residenti a Verona.

Una vicenda “curiosa” quella rilevata dagli inquirenti, nata due settimane fa da una denuncia di furto presentata dal direttore di Villa Quaranta di Pescantina. I due truffatori si erano presentati all’hotel prenotando una delle suite più lussuose e dalle quali, nottetempo, avevano trafugato l’intera mobilia. Ad accorgersene sono stati i receptionist quando la mattina dopo sono entrati nella stanza, insospettiti dalla mancata consegna del badge d’ accesso. Televisori, lettori multimediali, lampade, poltrone e sedie scomparse nel nulla così come la sicurezza di identificare i ladri poiché i documenti d’identità presentati all’atto della prenotazione si erano rivelati contraffatti. Falsi, quindi, ma con nominativi autentici e risalenti a onesti imprenditori del Gardesano. Una dirigente ucraina nel caso della Bianconi mentre per Brusco l’identità assunta era quella di un grosso e famoso dirigente di Peschiera la cui fisionomia era verosimilmente rassomigliante a quella del truffatore.

Tre giorni fa la svolta nelle indagini degli uomini dell’Arma. Alle 5 del mattino una pattuglia ferma la coppia alla guida di una Mercedes classe C, bianca, carica di mobili ma la scusa di un “trasloco” tra Peschiera e Lazise sembra non convincere gli agenti che li conducono in caserma per accertamenti. Da lì la totale ammissione di Brusco e Bianconi che poco prima avevano portato a segno un altro colpo in un albergo del Gardesano con analoghe modalità: con una vettura si intrufolavano nei pressi della suite, rigorasamente al pianterreno e ne svuotavano il contenuto. Le indagini hanno poi rivelato il “modus operandi” della giovane coppia veronese. Provocando incidenti stradali e tamponamenti “ad hoc” acquisivano i dati anagrafici delle vittime e poi con un sapiente utilizzo delle abilità informatiche di Brusco riuscivano a stampare e falsificare carte d’identità e patenti di guida.

Dopo ogni colpo i due truffatori trasportavano la refurtiva nel loro appartamento di duecento metri quadri di Lungadige San Micheli, al civico 13, già intestato alla madre della Bianconi. Al vaglio degli inquirenti si stanno svolgendo altri accertamenti per risalire ad altri eventuali colpi e verificare la presenza di truffe ai danni delle assicurazioni automobilistiche per gli incidenti provocati.

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