Sono passati più di due mesi dall'incidente del bus ungherese, avvenuto sulla A4 vicino a Verona Est. Sul mezzo viaggiavano studenti e accompagnatori di ritorno da una gita scolastica. Nella tragedia morirono 16 persone a cui qualche giorno fa si è aggiunta la 17esima, un uomo che era rimasto gravemente ustionato nel rogo, ma rimasto in vita e medicato prima a Verona e poi a Budapest, dove sono rientrati i superstiti insieme alle salme delle vittime.

Solo un uomo è attualmente ancora ricoverato in seguito all'incidente ed è la figura chiave di tutta questa triste vicenda: l'autista. È lui infatti l'unico indagato. Le verifiche delle autorità italiane hanno infatti escluso il problema tecnico al mezzo dalle cause dell'uscita di strada del mezzo che è andato sbattere contro un pilone dell'autostrada e poi ha preso fuoco. Tra le cause rimane dunque solo l'errore umano, che però potrebbe non essere imputabile solo all'autista.

L'uomo alla guida del pullman la notte dell'incidente pare soffra di un disturbo del sonno. Stando a quanto riportato dal giornale ungherese Bors, l'autista è affetto dalla sindrome da apnea da sonno, che può causare sonnolenza e disturbi della concentrazione. Un dettaglio determinante nella causa legale per i risarcimenti. La ditta per cui lavorava il conducente era a conoscenza del suo disturbo e per questo potrebbe essere anch'essa responsabile. I genitori e i parenti delle vittime si chiedono infatti come sia possibile permettere ad un uomo di guidare per lunghi tragitti pur soffrendo di una sindrome che può portare a cali di attenzione. La replica della ditta è tutta nel certificato medico che permetteva all'autista di guidare anche per lunghe tratte.