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Cronaca Stadio / Viale Andrea Palladio

Terremoto in Marocco. «Paura e sgomento, ma ne siamo usciti incolumi»

A Marrakech, è sopravvissuto al sisma un gruppo di giovani che si trovavano nel paese africano per svolgere l'anno di servizio civile con l'ong veronese Progettomondo

Stavano svolgendo il loro anno di servizio civile in Marocco e si trovavano a Marrakech quando hanno sentito il terremoto che ha devastato il Paese. Quattro giovani hanno potuto raccontare cosa hanno visto e come sono sopravvissuti.

terremoto marocco settembre 2023

«Al momento del terremoto eravamo al Minareto, fuori dalla calca. Siamo stati dei privilegiati. Mentre la nostra preoccupazione riguardava il recupero degli zaini e il fatto di riuscire a prendere l'autobus per rientrare a Beni Mellal la mattina dopo, le persone intorno a noi si preoccupavano di recuperare le loro case, i loro affetti, di aiutare gli anziani in famiglia». Parole riferite dalla 26enne Beatrice Guerra, che da un mese è in Marocco per affrontare il servizio civile con l'ong veronese Progettomondo. «Ci siamo coricati nella piazza stando attenti alle borse, preoccupati di stare in mezzo a così tante persone, ma è presto stato chiaro che delle nostre cose non interessava nulla a nessuno - ha aggiunto la giovane - Ci siamo sdraiati tra turisti e marocchini su una coperta prestata. È in momenti come questi che esce un forte spirito di comunità, di aiuto reciproco, una coperta prestata a un'estranea, la condivisione dell'acqua appena comprata, la lingua straniera non è più una barriera, condividere è il nuovo modo di comunicare».

terremoto marocco settembre 2023 4

Beatrice Guerra era arrivata a Marrakech verso le 21, insieme agli altri giovani, fra cui la veronese Sara Bellon, con cui sta condividendo l'esperienza all'estero. Un'esperienza che, nelle intenzioni di Progettomondo, è volta alla promozione della migrazione responsabile, del rafforzamento del ruolo della donna, della parità di genere e della giustizia riparativa. I giovani avevano deciso di trascorrere il fine settimana nell'antica città imperiale. Venerdì pomeriggio, dopo il lavoro nella sede locale di Progettomondo a Beni Mellal, sono saliti su un bus che li ha portate a Marrakech. Giusto il tempo di lasciare gli zaini al riad e il gruppo si è recato in Piazza Jamaa El Fna, la piazza centrale della città e il luogo più importante della medina.

Due ore dopo il loro arrivo, i quattro giovani sono stati sorpresi dal terremoto, un evento inaspettato nel bel mezzo di una grande festa, con la musica e l'allegria in piazza, e che ha portato con sé paura, sconforto e timore, aumentati dal fatto che il popolo marocchino non è abituato ad affrontare simili calamità. «Al momento dello scoppio del terremoto ci trovavamo tra Piazza El-Fna e la moschea di Koutoubia - ha raccontato Francesco Bellotti, 29enne originario di Genova - Ci hanno assaliti prima la paura e poi lo sgomento, anche perché pensavamo che avremmo assistito al crollo del grande minareto che, durante la scossa, ha prodotto un'immensa nuvola di polvere. Per evitare il panico della grande calca della piazza e per rimanere lontani dagli edifici, ci siamo stazionati dietro una barriera antisommossa in cemento all'imbocco di Viale El-Fna, aspettando che il tutto si calmasse e prevenendo eventuali scosse di assestamento. Verso mezzanotte e mezza, ci siamo avviati verso il riad della medina, inoltrandoci nei vicoli abbiamo constatato diversi danni: mucchi di calcinacci, edifici diroccati, muri crollati. Il riad era ancora in piedi e siamo riusciti a recuperare gli effetti personali ma per questioni di sicurezza non potevamo rischiare di dormire al coperto. Dotati di coperte ci siamo aggregati alle centinaia di famiglie locali e turisti scesi in piazza per passare la notte in piazza. Una notte insonne, presi dai nostri pensieri e dalla volontà di tornare a Béni Mellal con il primo bus dell'alba che siamo effettivamente riusciti a prendere. Ne siamo usciti incolumi ma difficilmente dimenticheremo questa esperienza».

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