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Cronaca Borgo Roma / Via Santa Teresa

Terremoto Centro Italia. Primo avvicendamento dei vigili del fuoco veneti

E Gian Pietro Napol, presidente della federazione ordini ingegneri del Veneto, parla del rischio in regione: "Non ci sono zone altamente sismiche, ma serve maggiore attenzione"

Il giorno dopo i funerali di stato per le vittime del terremoto che ha colpito il Centro Italia, salite nella mattina di oggi 28 agosto a 291 (più di 230 le persone però estratte vive dalla macerie), si continua a cercare gli ultimi dispersi e si cerca di ragionare sulle prossime fasi, che riguarderanno la sistemazione dei sopravvissuti e soprattutto la ricostruzione. Il motto vuole essere "dove era, come era", anche se la volontà è di costruire gli edifici crollati meglio di come erano stati costruiti prima, rispettando tutti i criteri antisisma.

Per quel che riguarda la colonna mobile dei vigili del fuoco veneti, in cui operano anche i pompieri veronesi, oggi alle 12, nuovi uomini daranno il cambio ai primi che erano partiti a qualche ora dal terremoto.

E dopo ogni evento sismico, si torna a discutere su quanto sia alto il rischio che terremoti come quello del 24 agosto possano accadere vicino a noi. Per questo è intervenuto Gian Pietro Napol, presidente della federazione ordini ingegneri del Veneto. "La prima considerazione da fare è che in Veneto non ci sono zone sismiche di prima categoria, ma vi sono zone di categoria 2 e 3; non siamo pertanto nelle condizioni dei paesi del reatino. Tuttavia non va dimenticato che tutta la Pedemontana veneta, con particolare attenzione per l’Alta Trevigiana, ricade in classe 2, quindi con un livello di rischio medio alto. Per quanto riguarda il patrimonio edilizio, non credo che ci siano grosse differenze con i nostri centri storici nel senso che anche qui gran parte dell’edificato risale a qualche secolo fa, e solamente laddove sono stati fatti interventi di miglioramento e di adeguamento sismico gli edifici dovrebbero avere un grado di resistenza migliorato rispetto alle condizioni iniziali". 

"I nostri centri storici - puntualizza Napol - sono molto spesso strutturati in case vicine, attaccate l’una con l’altra, con un probabile effetto domino in caso di crolli o cedimenti che potrebbe provocare certamente danni anche gravi. A livello tecnico da qualche decennio le professioni si battono affinché vi sia per ogni edificio un fascicolo contenente le caratteristiche strutturali, il fascicolo del fabbricato. Infatti, come per l’efficienza energetica, anche per le strutture di un fabbricato, lo Stato dovrebbe prevedere l’obbligo di redigere una relazione che attesti il grado di sicurezza rispetto al possibile sisma previsto per quel determinato sito. Ruolo e compito degli ingegneri è chiaramente quello di progettare e realizzare edifici che siano in grado di resistere ai terremoti.  Ed è necessaria una maggiore attenzione da parte dello Stato nei riguardi dei proprietari di edifici che devono poter contare su agevolazioni e incentivi anche fiscali, per adeguare le proprie case e i propri edifici produttivi secondo le normative antisismiche".

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