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Stagione di successi per il Teatro Stabile del Veneto, ma è divorzio dal Nuovo di Verona

Illustrati i dati a consuntivo della Stagione 2016-2017 del Teatro Stabile del Veneto, ma il presidente Tabaro annuncia a sorpresa la fine della collaborazione con il Teatro Nuovo

“Dopo il grande exploit registrato lo scorso anno, il primo con la qualifica di Teatro Nazionale, il Teatro Stabile del Veneto – ha spiegato con soddisfazione il Presidente Tabaro - continua a registrare risultati estremamente positivi in tutti i suoi settori di intervento. Le tre sedi di Padova (Teatro Verdi) Venezia (Teatro Goldoni) e Verona (Teatro Nuovo) hanno visto un pubblico sempre crescente affollare le sale ed esprimere un forte apprezzamento nei confronti di un cartellone vario e culturalmente qualificato. Un nuovo successo da condividere con tutti i soci dello Stabile: i Comuni di Padova e Venezia, la Fondazione Atlantide di Verona, la Regione del Veneto e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo”.

Il Teatro Stabile del Veneto ha dimostrato di continuare a svolgere nel migliore dei modi la sua funzione di Teatro Nazionale. Il Direttore, Massimo Ongaro ha ricordato come la passata Stagione abbia “allargato gli ambiti di programmazione, aumentando il numero di titoli in cartellone, inserendo in modo continuativo le proposte di danza, nuove rassegne e progetti culturali, ampliando le programmazioni dedicate al pubblico di scuole e famiglie, potenziando la stagione estiva e ospitando eventi speciali per un totale di 465 serate programmate, con un aumento del 10% rispetto alla stagione precedente”.

L'ANNUNCIO DEL DIVORZIO - L'altra notizia di rilievo annunciata dal presidente Tabaro nel corso della conferenza stampa, è però il futuro divorzio del Teatro Stabile del Veneto dal Teatro Nuovo di Verona a partire dalla prossima stagione. Alla base della decisione, inaspettata e giunta con grande sorpresa per tutti, secondo quanto riportato oggi anche dal Corriere del Veneto, vi sarebbero delle "diversità di vedute", così come  si è espresso Tabaro, mentre il direttore artistico del Nuovo Paolo Valerio, indispettito dalla repentinità dell'annuncio, si è trincerato dietro un prudenziale "no comment".

SPETTATORI IN CRESCITA - Ad ogni modo, l'ultima stagione è andata a gonfie vele con il pubblico che ha letteralmente affollato i teatri dello Stabile, nelle stagioni di Padova, Venezia e nelle due di Verona (“Grande Teatro”, realizzata con la collaborazione del Comune di Verona, e “Divertiamoci a teatro”). Complessivamente gli spettatori sono stati 161.119, il 9% in più rispetto alla stagione 2015/2016 (+12% a Padova e +17% a Verona). Per continuare ad aprire canali di comunicazione con il pubblico è stato fatto un lavoro sistematico, sia attraverso azioni promozionali che sul piano dell’informazione e dell’approfondimento culturale. In sostanza il Teatro Stabile del Veneto ha saputo mettersi in ascolto, intercettare gusti e preferenze, facendo la migliore sintesi tra un progetto culturale rigoroso e i desiderata dagli spettatori.

Gli abbonati hanno raggiunto il ragguardevole numero di 8.815, in crescita del 3% rispetto alla passata stagione (+9% a Padova). Significativa anche la media di riempimento delle sale per le 224 serate di prosa in abbonamento, vicina all’80% per Padova (+2% rispetto alla stagione precedente), al 57% per Venezia (+5%); in controtendenza Verona vicina al 70% (-7,79%) dove però è stato aggiunto un giorno in abbonamento. Positive anche le presenze medie, sia a Padova che a Venezia (+5%), dove la grande articolazione dell’offerta di spettacolo inizia a dare frutti, nonostante il calo costante di residenti. Significativo anche l’aumento dell’8% dei ricavi da biglietteria: +4% a Padova, +14% a Venezia e +17% a Verona.

Nello specifico degli spettacoli programmati per le stagioni di prosa in abbonamento, ecco quali sono stati i titoli più visti dagli spettatori. A Padova ai primi posti per presenze di pubblico troviamo Angela Finocchiaro e il cast al femminile di “Calendar Girls”, “The Pride” con Luca Zingaretti e “Il Bagno” con Stefania Sandrelli. Tra i campioni di incasso anche i classici, come “Macbeth” di Franco Branciaroli e “Orestea” diretta da Luca De Fusco. Ottimi riscontri anche per le tre produzioni dello Stabile: “Toni Sartana e le streghe di Bagdad” con Natalino Balasso, “Arlecchino il servitore di due padroni” e “Giulio Cesare”.

A Verona per il “Grande Teatro” ai primi posti Marco Paolini con “Numero Primo”, “L’uomo dal fiore in bocca” con Gabriele Lavia, l’Edipo di Glauco Mauri e l’altra produzione del Teatro Stabile “Smith & Wesson” di Alessandro Baricco. Per “Divertiamoci” campeggiano “Performance” di Virginia Raffaele, il musical “Billy Elliot”, “Una festa esagerata” con Vincenzo Salemme e “Due partite” di Cristina Comencini.

IL BILANCIO STAGIONALE  - Massimo Ongaro ha voluto rilevare come “se gli spettacoli ospitati hanno registrato risultati importanti, non da meno gli spettacoli prodotti dallo Stabile si sono attestati su dati di eccellenza, con oltre 75.000 spettatori in 164 recite in tournée”. Il “Giulio Cesare” diretto da Alex Rigola ha concluso un’intensa tournée toccando alcune delle principali città italiane, da Torino a Napoli, fino ad approdare in Spagna nel prestigioso Teatro Central di Siviglia. Ha fatto tappa in terra iberica anche il fortunatissimo “Arlecchino il servitore dei due padroni” di Giorgio Sangati, nel suo secondo anno di programmazione in giro per l’Italia. Fitta tournée anche per “Smith & Wesson” di Alessandro Baricco diretto da Gabriele Vacis, titolo conteso dai teatri più blasonati, mentre la seconda commedia “Cativissima” di Natalino Balasso, “Toni Sartana e le streghe di Bagdad”, ha fatto riflettere – ridendo – un pubblico sempre più numeroso sulle tante contraddizioni della società contemporanea.

“Un Teatro Nazionale che ha inoltre consolidato – come ha sottolineato il Presidente Tabaro – la capacità di generare risorse economiche proprie: la percentuale di ricavi da biglietti, abbonamenti, vendita di spettacoli e altre attività è del 53,62%, superiore alle entrate da contributi pubblici certamente indispensabili per istituzioni culturali di grande rilevanza nazionale. Una percentuale di gran lunga superiore al dato di strutture omologhe che si attesta mediamente attorno al 30 – 35%.”

Questa solida base di autofinanziamento è stata fondamentale per consentire al TSV di chiudere il bilancio 2016 in pareggio, con un fatturato di 9.334.429,19 euro in cui i contributi pubblici incidono per un totale di poco più di 4 milioni. Una situazione finanziaria nel cui contesto è stato possibile investire fortemente nelle attività di produzione e nella programmazione dei Teatri. Il bilancio del Teatro Nuovo di Verona si è attestato a € 1.920.000 (con costi di programmazione a € 1.150.000). Infine, l’investimento dello Stabile per gli spettacoli di produzione è stato pari a 1.821.000 euro complessivi.  

Con questi eccellenti risultati si chiude quindi la terza stagione firmata dal direttore Massimo Ongaro, affiancato dal Consiglio di Amministrazione presieduto da Angelo Tabaro e da tutto il personale del Teatro Stabile del Veneto, che con passione e competenza ha saputo gestire l’incremento di attività che l’impegno da Teatro Nazionale sempre più richiede.

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