rotate-mobile
Cronaca

Spiraglio per le cartiere: in pole una ditta di Udine

Si sta ufficializzando l'offerta d'acquisto della Romanello Spa per gli stabilimenti di Cadidavid

Fosse un film si tratterebbe sicuramente di un thriller. Uno svolgimento rocambolesco per un finale più che mai incerto che si conoscerà solo all’ultimo momento. La situazione delle cartiere di Cadidavid e per i 135 operai si presenta proprio così: ancora da definire, poco chiara. Ora, poco per volta, sembra che cenni a sbloccarsi per l’entrata in scena della Cartiera Verde Romanello Spa di Udine. Nel comune veronese da oltre un anno e mezzo gli stabilimenti sono deserti, in attesa delle decisioni del commissario liquidatore Alberto Peroni di Reggio Emilia che già qualche mese fa aveva valutato l’offerta di acquisto da 8 milioni di una cordata di imprenditori della Mbm.

A mettere a repentaglio l’intesa sarebbe stato proprio il piano industriale, giudicato poco credibile perché non forniva garanzie sufficienti su clienti e forniture. Da Campoformido, in provincia di Udine, sembra arrivare l’offerta definitiva: l’acquisto di una delle due macchine principali, la riconversione e il rilancio degli stabilimenti di Cadidavid. A dichiararsi fremente è lo stesso Miozzi, che stamattina ha incontrato ancora gli operai: “Si tratta di situazioni delicatissime ma che ora possono trovare una soluzione adeguata e importante: la ditta di Udine è nel settore da molti anni e risulta seria e affidabile, sia sotto il profilo finanziario che di competenza. Ha fatto presa l’idea di una possibile riconversione del lavoro di Cadidavid, che potrebbe espandersi in un mercato oggi considerato di nicchia e meno diffuso. In poche parole, Cadidavid riuscirà ad inserirsi in un settore che tutt’ora risulta sguarnito e su cui c’è molta richiesta”.

Meno fiducioso appare il delegato Cgil degli operai, Nello Salesi: “La nuova offerta da Udine appare più credibile ma bisogna seriamente valutare i pro e i contro: attualmente in alcuni stabilimenti della ditta di Udine vige la cassa integrazione. Sarebbe opportuno che ci spiegassero quindi come sperano di comprare un altro stabilimento se lo stato in cui versano i friulani è più burrascoso del nostro. Suona tanto di pagliacciata per tirarla ancora per le lunghe. Il nostro destino è già segnato dall’inizio. Non si ricomincia più, e oltre al lavoro ora dobbiamo attendere i soldi della cassa che attendiamo da maggio”.

Una risposta immediata arriva dalla Cisl, per voce del delegato Michele Ceschi che fin dall’inizio segue la vicenda, e che sembra rassicurare tutti quanti: “La Romanello ha due stabilimenti: uno a Savona che si occupa della produzione di carta per giornali, l’altro a Udine che fabbrica packaging. Viene da sè che le maggiori difficoltà e la cassa integrazione riguardi prevalentemente il ramo ligure per l’intera crisi dei quotidiani. Stamane è stata confermata la riunione a Reggio Emilia davanti al giudice competente per ufficializzare la proposta della cartiera Verde. Ora si attende l’esito che potrà aprire le porte ad un secondo bando di gara. Se la Mbm non punterà al rilancio dell’offerta, con molta probabilità Cadidavid passerà in mano agli addetti friulani. Anche in forza del piano che hanno promosso: la ditta riconvertirà parte del lavoro utilizzando una delle macchine per lanciarsi sul mercato del cartone ondulato. A conti fatti tra i due progetti appare più chiaro questo: la Mbm ha promesso una produzione quotidiana di 8mila quintali di carta senza spiegare i destinatari, il prezzo e il mercato a cui si rivolge”. Anche per le mensilità Ceschi appare fiducioso: “Oggi è stata firmata la cassa integrazione. Entro il 12 luglio saranno distribuiti i soldi di maggio. Dopo quella data si garantiranno anche quelli riferibili al mese in corso”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Spiraglio per le cartiere: in pole una ditta di Udine

VeronaSera è in caricamento