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Cronaca Stadio / Piazzale Olimpia

Spaccio di droga al Bentegodi, la Curva Sud: «Questa gente è bandita senza alcun appello»

Una nota diffusa da Hellas Army prende le distanze dalle persone coinvolte nell'indagine sul traffico di cocaina durante le partite del Verona e lancia una frecciatina verso la questura ed i sindacati di polizia

«Da anni stiamo lavorando, talvolta in maniera ossessiva, a questo concetto. Il costante miglioramento è diventato l’obiettivo da perseguire. Quotidianamente siamo alla ricerca delle migliori scelte, dedichiamo tempo ed energie nel coltivare i rapporti in modo che il “gruppo” sia anche ponte fra generazioni senza limiti di età ed estrazione sociale, con il fine ultimo di elevare la comunità stessa e renderla un’opportunità per ogni tifoso del Verona che ne voglia realmente e con consapevolezza far parte.
La linea, da seguire con intransigenza e oltranzismo, è chiara: “Hellas Army” deve essere il punto di riferimento e la prima forma d’aggregazione della città, per chi c’è oggi e per chi ci sarà domani.
Giornate tristi e complicate come quelle che stiamo vivendo non possono ostacolarci, devono invece spronarci nel combattere in maniera ancor più decisa le nostre battaglie nel nome di tradizioni, valori e ideali per noi fondamentali e indiscutibili».

Dopo il caso scoppiato nei giorni scorsi relativo ad un giro di droga nei bagni della Curva Sud dello stadio Bentegodi durante i match casalinghi dell'Hellas, che vede 12 persone indagate per spaccio mentre sarebbero un centinaio i consumatori (buona parte dei quali identificati), tornano a farsi sentire i supporters scaligeri con una nota diffusa di Hellas Army, dove vengono prese le distanze dagli individui coinvolti nell'indagine, i quali verrebbero inoltre "banditi" dal settore: «Sappiamo che, probabilmente, la comunità perfetta non esiste, e altresì che qualcuno che la frequenta non abbia ben chiaro il contesto in cui si trova. D’altra parte, consapevoli di vivere in un mondo complesso e sempre più scadente a livello morale e sociale, non smetteremo mai di difendere e preservare il nostro ambiente perché in nessun modo venga inquinato da chi non condivide la linea e precise idee. Non vogliamo, nel modo più assoluto, che i nostri ragazzi vivano una realtà “sporca”, fatta di droga e scelte che non condividiamo. Proviamo il più totale disprezzo per chi ha pensato di utilizzare la casa di “Hellas Army”, la nostra Curva Sud, per lucrare e spacciare: questa gente è bandita senza alcun appello.
Lungi da noi cadere nell’odioso meccanismo del giustizialismo, vogliamo semplicemente ribadire concetti che, per chi conosce e frequenta l’ambiente da anni, sono già ben chiari. Sfidiamo chiunque abbia, maliziosamente o scientificamente, qualche dubbio a riguardo a testimoniare, o addirittura dimostrare, il contrario».

Il gruppo di tifosi del Verona inoltre manda una frecciatina alla questura e al questore Roberto Massucci, oltre che ai sindacati di polizia, i quali ipotizzavano che un simile fenomeno non potesse essere passato inosservato al resto della tifoseria: «Doveroso infine spendere una considerazione inerente alle congetture del neo questore e del sindacato di Polizia che accusano, non troppo velatamente, i “butei della Curva” di connivenza e collusione. Data la loro certificata esperienza sul tema, non possono non sapere che in un settore frequentato ogni domenica da migliaia di persone è oggettivamente impossibile avere il controllo su tutto e garantire per chiunque, a maggior ragione su dinamiche e responsabilità ben lontane dal cuore di “Hellas Army”. Qual è il fine ultimo di queste provocazioni? E, soprattutto, come mai il ragionamento del “non potevano non sapere” non è stato applicato anche a recenti gravissime vicende ben distanti dal mondo stadio (il riferimento è all'indagine sulle violenze in questura a Verona, ndr), nelle quali competenze, ruoli e gerarchie non sono, per definizione, opinabili da nessuno? Con una catena di comando così ben definita, come si poteva non sapere?
Concludiamo invitando chiunque creda e condivida quello che “Hellas Army” è, e quello che non è, a riflettere ulteriormente sul proprio ruolo nella comunità: abbiamo fra le mani un valore prezioso e il suo futuro potrà essere scritto solo dalle nostre azioni.
Ora più che mai, serve una scelta di campo a cui, siamo certi, i tifosi del Verona risponderanno presente, per Verona e per la nostra gente». 

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