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Cronaca Santa Lucia e Golosine / Via Golosine

Tra 10 anni in Veneto saranno più di 500mila gli anziani non autosufficienti

I sindacati veneti dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp lanciano un'appello al Parlamento: "Serve una legge nazionale sulla non autosufficienza"

Sono più di 200mila in Veneto e il loro numero cresce ogni anno di più, in modo direttamente proporzionale all'aumento degli over 65 nella nostra regione e in tutta Italia: gli anziani non autosufficienti rappresentano ormai quasi un quinto della popolazione anziana in Veneto. Inoltre, il Rapporto Osservasalute 2017 dell'Università Cattolica del Sacro Cuore ha lanciato un dato preoccupante: nel 2028 il numero di anziani non autosufficienti in Italia raggiungerà i 6,3 milioni. Un dato che, tuttavia, non fa che confermare quanto i sindacati dei pensionati dicono da tempo e, cioè, l'urgenza di affrontare la questione assistenza che con l'invecchiamento della popolazione e l'aumento della cronicità delle malattie rischia di diventare un grave problema sociale, sanitario ed economico.

Proprio dal Veneto, regione che fra le prime ha approvato una legge regionale sulla non autosufficienza, mai portata però definitivamente a compimento, parte l'appello dei sindacati veneti dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp ai parlamentari del territorio affinché colgano finalmente in questa legislatura l'opportunità di dare al Paese una legge nazionale sulla non autosufficienza.

Le incertezze politiche legate alla formazione del governo - affermano le sigle sindacali - non devono fermare il Parlamento dall'affrontare questa importante questione. Già prima del voto del 4 marzo le nostre sigle nazionali hanno presentato una proposta di legge: è ora che se ne discuta.

L'Italia è il secondo paese in Europa per aspettativa di vita, con il Veneto mediamente ancora più longevo: 81 anni per i maschi, 85,7 per le femmine. Tuttavia il nostro Paese è solo al 15esimo posto per speranza di vita alla nascita senza limitazioni fisiche: secondo i dati del Rapporto Osservasalute, infatti, a livello nazionale si è registrato un peggioramento dei livelli di cronicità e non autosufficienza rispetto agli anziani di altri paesi europei. A oggi l'11,2% degli ultra 65enni (1,5 milioni circa) non è in grado di svolgere in autonomia azioni quotidiane di cura della persona quali mangiare da soli, sdraiarsi e alzarsi dal letto o sedersi e alzarsi da una sedia. Mentre altri 4 milioni hanno bisogno di una qualche forma di assistenza. Le proiezioni per il 2028 vedono aumentare questi numeri rispettivamente di 100mila e 700mila unità.

I punti più importanti della legge nazionale sulla non autosufficienza auspicata dai sindacati sono: criteri uniformi in tutto il territorio nazionale per il riconoscimento della condizione di non autosufficienza; l'individuazione, dei livelli essenziali delle prestazioni sociali per la non autosufficienza; la sperimentazione e la promozione di forme di residenzialità innovative; il riconoscimento della figura dei caregiver e la riorganizzazione dell'indennità di accompagnamento.

Chiediamo ai parlamentari veneti di impegnarsi in prima persona, proprio perché vengono da una regione che è stata fra le prime a proporre una soluzione - concludono i sindacati - L'invecchiamento della popolazione e l'aumento di famiglie monoparentali mettono in discussione, in prospettiva, il nostro modello di assistenza che scarica sulle famiglie compiti che a volte diventano insostenibili. È urgentissimo, quindi, individuare modelli di assistenza diffusa e aumentare le risorse per la non autosufficienza. Accanto a questo è necessaria una seria programmazione degli interventi sulla prevenzione delle malattie e sui corretti stili di vita da adottare sin da giovani. Ed è doveroso il riconoscimento del lavoro di cura per le migliaia di persone, quasi tutte donne, che sono penalizzate sul lavoro o costrette a rinunciarvi per seguire propri cari non in grado di cavarsela da soli.

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