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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Siccità, prosegue lo stato di crisi in Veneto e Zaia firma una nuova ordinanza

La Regione prende provvedimenti per affrontare l'emergenza, mentre la deputata Silvia Benedetti chiede l'intervento del Governo depositando alla Camera un'interrogazione sulla situazione

Il territorio veneto presenta ancora una condizione di deficit idrico generalizzato rispetto ai valori medi stagionali. In particolar modo la situazione di carenza di disponibilità idrica nel fiume Adige mette a rischio l’approvvigionamento irriguo e in prospettiva anche idropotabile nelle zone servite da acquedotti con prelievi dal fiume. Per questo il presidente della Regione ha firmato una nuova ordinanza – dopo quelle del 18 aprile e del 16 maggio - con cui viene confermato lo stato di crisi idrica, in modo da poter attuare le misure necessarie a fronteggiare la situazione.
L’ordinanza avrà validità da oggi al 15 luglio 2017, con riserva di modifica dei contenuti in relazione all’andamento meteorologico.

Viene anzitutto stabilito che, per il periodo di validità dell’ordinanza, le utenze irrigue dovranno ridurre, a livello consorziale, il prelievo netto di portate derivate o subderivate dal fiume Adige, rispetto a quanto assentito dal decreto di concessione, in base alla portata media registrata giornalmente a Trento S. Lorenzo, secondo uno schema che prevede una riduzione percentuale progressiva a partire da 180 mc/secondo fino a 80 mc/s, al di sotto della quale la riduzione sarà del 100%.

Il Consorzio di secondo grado L.E.B. dovrà convogliare almeno 6 mc/s sino all’immissione nel fiume Fratta e il Consorzio di Bonifica Adige Po almeno 2 mc/s dalla presa Bova a Badia Polesine sino oltre la città di Rovigo, e tali portate possono essere derivate anche in caso di una portata inferiore a 80 mc/s.

L’ordinanza stabilisce inoltre che le utenze irrigue del bacino del Fiume Piave e quelle degli altri bacini idrografici, escluso il bacino del fiume Po, dovranno ridurre il prelievo di concessione del 12% rispetto a quanto assentito dal decreto di concessione. Per consentire l’accumulo della risorsa, vengono riconfermate le indicazioni per i gestori degli invasi idroelettrici.

"La scarsa disponibilità di risorse idriche sta diventando, soprattutto in Veneto, un'emergenza sempre più grave", commenta la deputata Silvia Benedetti (M5S) che in questi giorni ha depositato alla Camera un'interrogazione rivolta al Governo in merito alle intenzioni rispetto a questa situazione.
"Già ad Aprile 2017 - continua la deputata - in Veneto si dichiarava lo stato di crisi idrica. Da allora i dati sui livelli freatici e sulle portate dei diversi fiumi hanno continuato a battere record negativi in tutta la regione. A ciò, come non bastasse, vanno a sommarsi tutte quelle situazioni in cui diverse contaminazioni hanno compromesso le falde impedendone l'utilizzo.
La legge di bilancio 2017 ha istituito un fondo per lo sviluppo infrastrutturale del Paese che prevede anche finanziamenti per oltre 100 milioni utili per interventi sulla rete idrica. E' assolutamente necessario dunque - chiede Benedetti - che il Governo destini parte dei fondi allo sviluppo e alla manutenzione di strutture già esistenti, come nel caso del LEB che, con la sostituzione delle lastre e la creazione di nuove ramificazioni, potrebbe ottimizzare la sua capacità di 50 mc/s consentendo una miglior distribuzione delle risorse idriche, fronteggiando anche periodi come questo."

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