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Cronaca Zai / Viale del Lavoro

Al Vinitaly anche vini della Crimea, ma le sanzioni alla Russia lo vietano

Così sono scattati i sequestri della guardia di finanza, ma i consiglieri regionali Valdegamberi e Sandonà protestano: "È stato offeso il popolo della Crimea"

Internazionalizzazione è parola d'ordine al Vinitaly. La manifestazione di Veronafiere parla ormai quasi tutte le lingue del mondo ed è attenta a tutto quello che nel mondo accade. Si è parlato tanto di Brexit, ad esempio, e sulle ripercussioni che l'uscita dell'Inghilterra dall'Unione Europea avrà sull'export dei prodotti italiani verso quel paese. 

Ma anche le sanzioni alla Russia sono al centro di un episodio che ha visto il coinvolgimento anche della guardia di finanza. È successo infatti che tra i vini russi presenti al Vinitaly ce ne fossero alcuni provenienti dalla Crimea, regione che Russia e Ucraina si contendono e proprio questa contesa è stato il fattore scatenante delle sanzioni alla Russia. Le sanzioni vietano l'importazione di merce prodotta in Crimea e questo ha fatto scattare il sequestro dei vini della Crimea da parte dei finanzieri.

"È stata un'offesa al popolo di Crimea, che accentua le ingiuste sanzioni contro il suo diritto di autodeterminazione", ha commentato il consigliere regionale Sandonà, che insieme al consigliere Stefano Valdegamberi è tornato a chiedere la fine delle sanzioni. I due consiglieri hanno inoltre annunciato che una delegazione di quaranta imprenditori italiani e di una decina di politici parteciperanno al Forum Internazionale di Yalta, tra il 19 e il 23 aprile, proprio in segno di protesta contro le sanzioni applicate alla Federazione Russa. "Una causa ingiusta che fa pagare un caro prezzo alle nostre imprese - ha commentato Valdegamberi - Proprio ora che Trump vuole mettere i dazi all'Europa, si rende urgente una riapertura dei rapporti con il mercato russo, togliendo da subito queste sanzioni ingiuste, inefficaci e controproducenti".

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