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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Sentinelle in Piedi in piazza Brà: "No alla Stepchild Adoption, no al ddl Cirinnà"

Il gruppo, che si definisce una "rete apartitica e aconfessionale di liberi cittadini", sarà in piazza Brà domenica 28 febbraio dalle 17.30 alle 18.30 per manifestare il proprio dissenso contro le Unioni Civili

Solamente un mese fa erano scesi in piazza per dare il proprio supporto al Family Day e ora le Sentinelle in Piedi tornano a manifestare la propria contrarietà al ddl Cirinnà. L'incontro è stato fissato ancora una volta in piazza Brà, dalle 17.30 alle 18.30 di domenica 28 febbraio. Nel comunicato diffuso, il gruppo chiede non solo il ritiro della Stepchild Adoption ma bensì di tutto il ddl Cirinnà. 

Le Sentinelle in Piedi sono una rete apartitica e aconfessionale di liberi cittadini.
La modalità di manifestazione, ovvero in piedi per un’ora, in silenzio e con un libro in mano, permette di testimoniare due elementi essenziali dell’essere Sentinella: riconoscere il rispetto che è dovuto, sempre, a chiunque; riconoscere la necessità di una formazione continua e accurata.
Il ddl Cirinnà, dietro il nome di regolamentazione delle Unioni Civili, nasconde in realtà una vera e propria disciplina del matrimonio omosessuale: è continuo il richiamo del ddl a quegli articoli del codice civile dettati esclusivamente per il rapporto di coniugio. E se il dato giuridico ancora non fosse convincente, rimandiamo alle interviste rilasciate dall’On. Scalfarotto a Repubblica e dall’On. Concia a Il Foglio, i quali, favorevoli all’introduzione del matrimonio gay, hanno dichiarato espressamente come l’unione civile sia de facto un matrimonio, ma con altro nome per permetterne la digestione a chi altrimenti non sarebbe favorevole al suo riconoscimento.

Le Sentinelle sono consapevoli del rischio che l’introduzione del matrimonio omosessuale, al di là del nomen juris, comporterebbe: mentre l'Europa dichiara che ogni Stato ha il diritto di decidere se introdurre o meno il matrimonio samesex, obbliga gli Stati che lo regolamentano (o che hanno istituti molto simili, come appunto rischia ad oggi l’Italia per il tramite delle unioni civili) ad aprire alla filiazione omosessuale. Recentemente Strasburgo ha obbligato l'Austria ad introdurre le adozioni gay, date le loro unioni civili così simili al matrimonio, salvo incappare in situazioni discriminatorie.

Le Sentinelle in Piedi sono assolutamente contrarie proprio all’idea che un bambino possa essere volontariamente privato della propria mamma e del proprio papà e del diritto a conoscere le proprie origini, al solo fine di soddisfare i desideri di genitorialità degli adulti. Per questo chiediamo il ritiro immediato dell’intero ddl Cirinnà, a partire dall’istituto della Stepchild Adoption: altro non farebbe che legittimare la barbara pratica dell’utero in affitto e la compravendita dei bambini.
A nulla vale affermare che l’utero in affitto rimane attualmente fattispecie di reato nel nostro ordinamento: è già stata impunemente praticato financo da esponenti politici italiani.

Per questo, ribadiamo: le Sentinelle non si accontentano del solo stralcio della Stepchild Adoption, essendo necessario il ritiro dell’intero ddl Cirinnà. Infatti quanto dovesse essere stracciato per via legislativa troverebbe introduzione per via giurisprudenziale qualora fossero approvate le unioni civili.

Le Sentinelle, infine, sono consapevoli della non necessità di un simile ddl, dal momento in cui è già giustamente riconosciuta la quasi totalità dei diritti che il ddl mira a garanitre (dal diritto al subentro nel contratto d’affitto, al diritto alla visita in ospedale, in carcere...).

Non da ultimo preoccupano i gravi errori costituzionali che viziano il contenuto del testo legislativo (la corte costituzionale nel 2010 ha già chiarito come non possa esservi equiparazione tra l’istituto del matrimonio e qualsiasi altro tipo di unione), ed il procedimento tramite cui si è giunti alla sua calendarizzazione al Senato: la procedura parlamentare ha violato clamorosamente l'articolo 72 non essendoci stato l’esame della Commissione.

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