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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Via del Pontiere

Sei giorni di "mini-naia" con gli alpini anche per sette ragazzi veronesi

Decine di ragazzi hanno partecipato all'iniziativa lanciata dalle sezioni ANA del Triveneto: una sei giorni di protezione civile alla Caserma Monte Grappa di Bassano

Altro che pigri e "mammoni". La miglior risposta a chi li accusa di essere diventati una generazione di scansafatiche, l'hanno data con una sei giorni di impegno, solidarietà e sudor di fronte. Sono le decine di ragazzi che hanno partecipato all'iniziativa lanciata dalle sezioni ANA del Triveneto: una sei giorni di protezione civile alla Caserma Monte Grappa di Bassano (Vicenza). Da domenica 24 a sabato 30 luglio: una "mini-naia" che ha fatto riscoprire loro il senso dell'amor di patria e dell'aiuto reciproco. Iniziativa alla quale non poteva mancare la sezione scaligera che ha accompagnato sette giovani veronesi.

"Un’esperienza indimenticabile mi sono divertita e nel frattempo ho imparato molte cose veramente interessanti che nella vita io credo che siano molto utili. All’inizio è stato un po’ difficile perché il gruppo si doveva ancora conoscere, ma alla fine della settimana lasciarsi è stato ancora più duro. Vivendo una settimana tutti insieme ci siamo uniti, siamo diventati un gruppo affiatato e abbiamo imparato a condividere, aiutare e ad avere fiducia nei compagni e in noi" commenta Marta.
Sveglia di primo mattino, colazione e alzabandiera. E poi via con le varie attività: dalle lezioni di cartografia a quelle di storia, dalle esercitazioni sulla palestra di roccia di valle Santa Felicita alle visite a Cima Grappa e al Ponte degli Alpini di Bassano. "All'inizio ero molto titubante su questa nuova esperienza, avevo molte 'paure' come quella di non conoscere nessuno oppure di non trovarmi a mio agio - ricorda Luca -. Entrato dal cancello della caserma, accolto dai sorrisi dei volontari e dalle strette di mano degli altri ragazzi c'è voluto gran poco a far svanire tutti quei pensieri che nella mia mente mi ero immaginato. La settimana è volata, le mille attività proposteci erano tutte interessanti e coinvolgenti, e ci hanno permesso di creare un gruppo forte e unito, capendo il significato del vero lavoro di squadra e dell'aiutare il prossimo".
Niente smartphone né tablet, puntualità, rispetto del silenzio notturno e fatica: un mondo a volte sconosciuto alle nuove generazioni. Giovani che, però, ancora una volta hanno dimostrato la grande voglia di mettersi in gioco e di saper sfruttare le occasioni che vengono loro proposte. Come questa sei giorni organizzata dalle Penne Nere (il coordinatore è stato Fabrizio Busnardo) che vogliono tramandare i valori di solidarietà e impegno che contraddistinguono la storia alpina. "Ho compreso meglio il vero significato del servizio, cioè che la vita non è tutta un ricevere ma è anche un dare ed un sapersi donare agli altri" conclude Luca. Parole che sintetizzano il vero spirito alpino.

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