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Cronaca Bussolengo / Via Ospedale, 6

Picchiata dal patrigno perché non vuole sposarsi e preferisce studiare a scuola

"In Veneto, ed in Italia, - ha dichiarato l'ass. alla scuola della regione Veneto Elena Donazzan - non possiamo continuare ad assistere ad episodi come questo, in cui una mentalità dettata da abitudini e culture diverse dalla nostra, si impongono spesso indisturbate"

«Un fatto agghiacciante ed intollerabile. Ma quante giovani sono nella stessa situazione, quante volte questa ragazzina avrà subito violenza?». È questa la prima reazione dell’assessore alla scuola della regione Veneto, Elena Donazzan, alla notizia della giovane africana picchiata dal patrigno perché non accettava di sposare l’uomo scelto dalla famiglia e voleva continuare a studiare. La vicenda che è stata riferita quest'oggi sulle pagine del quotidiano L'Arena da Alessandra Vaccari, coinvolge una giovane 21enne che frequenta un istituto superiore nel Veronese e nei giorni scorsi ha denunciato la violenza subìta dal patrigno.

La giovane era appena scesa dall'autobus che ogni giorno la conduce a scuola, ma all'improvviso si è sentita male. Dopo aver quasi perso coscienza dinanzia al vigile urbano preposto al monitoraggio della viabilità, la ragazza ha raccontato di essere stata picchiata a casa dal patrigno, il quale invece che farla studiare vorrebbe vederla sposata. La 21enne di origine africana ha quindi spiegato che il compagno della madre è spesso violento e che, nella fattispecie, la sera precedente le aveva sbattuto la testa contro il muro, causandole un bernoccolo in fronte ancora ben visibile. 

«In Veneto, ed in Italia, non possiamo continuare ad assistere ad episodi come questo, in cui una mentalità dettata da abitudini e culture diverse dalla nostra, si impongono spesso indisturbate - ha dichiarato ancora in merito alla vicenda l'assessore regionale Donazzan - Solo l’esasperazione di questa giovane, forse dopo l’ennesima violenza, l’ha indotta a chiedere aiuto. Bravi il vigile urbano, gli operatori del pronto soccorso e dei servizi sociali che hanno saputo intervenire nell’emergenza attivando la rete di protezione e  grazie alla sensibilità di insegnanti e dirigente scolastico che hanno saputo leggere e intercettare la domanda di aiuto di questa ragazza e far intervenire i servizi. Ma quante altre adolescenti e giovani donne sono vittime di violenza e di pressioni familiari?».

All'ospedale di Bussolengo dove la giovane picchiata è stata trasferita per accertamenti, le è poi stato diagnosticato un trauma cranico e alle vertebre cervicali. In seguito la ragazza, che di sposarsi proprio non ne ha voglia e preferirebbe continuare i suoi studi e costruirsi un futuro a modo suo, si è comprensibilmente rifiutata di fare rientro nell'abitazione dove con la madre risiede il patrigno. Per questo ora si trova ospite di una parente, nell'attesa di essere trasferita in un luogo protetto.

L'assessore regionale Donazzan, in riferimento a questa triste vicenda, ha quindi colto l'occasione per invitare «Insegnanti, dirigenti e compagni di classe» ad «ascoltare, far emergere i problemi, segnalare e mettere in moto le prime iniziative di aiuto. I docenti siano le prime sentinelle nei confronti dei propri allievi, - ha quindi concluso l'assessore alla scuola - per rilevare situazioni di disagio come questa, o di devianze legate al tentativo di reclutamento del terrorismo internazionale, come purtroppo già accaduto in Veneto».

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