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Cronaca Santa Lucia e Golosine / Via Carlo Alberto

Classi fredde nella sede del Cangrande, studenti del Liceo Montanari in sciopero

Iniziativa partita dalla classe terza Bes e appoggiata dal collettivo formatosi nel liceo e dalla Rete degli Studenti Medi. «Termosifoni accesi solo per le prime due ore, le restanti quattro siamo al gelo»

Sono dieci le classi che oggi, 14 dicembre, hanno compiuto uno sciopero nella sede del Cangrande del Liceo Montanari. Gli studenti e le studentesse sono entrati nelle aule con dei termometri ed hanno constatato che la temperatura interna era inferiore al minimo stabilito dalla legge (18 gradi centigradi). Per questo si sono rifiutati di seguire le lezioni.

L'iniziativa dello sciopero è partita dalla classe terza Bes, non nuova a questo genere di proteste. Già lo scorso febbraio, gli studenti di quella classe decisero di rimanere fuori dall'aula per un'intera mattinata per denunciare le temperature non conformi. Un problema fatto presente a professori, rappresentanti di istituto, genitori e preside. «Quest'anno sembra essere iniziato proprio come lo scorso, ma non siamo più disposti ad aspettare tre mesi prima di mobilitarci, l'inverno è lungo», ha dichiarato Chiara Del Pozzo, rappresentante della terza Bes.

Al liceo Montanari studenti in sciopero per il freddo nelle classi

Ad appoggiare l'iniziativa è stato il collettivo autoformatosi nell'istituto Montanari un anno fa e ad oggi ancora non riconosciuto. «I termosifoni vengono tenuti accesi solo per le prime due ore, le restanti quattro siamo al gelo, per non parlare dei buchi nei muri e degli infissi delle finestre che provocano una dispersione termica enorme. Una delle scelte che non possiamo in alcun modo condividere è la decisione presa dalla presidenza, in nessun modo comunicata e discussa con noi studenti e studentesse, di scambiare le classi del nostro istituto del Cangrande con la succursale del liceo Galilei», ha commentato Sofy Salvero, a nome dello stesso collettivo.

E anche la Rete degli Studenti Medi di Verona ha preso parte allo sciopero. «Una simile mobilitazione per il freddo apre un dibattito pubblico essenziale per gli studenti. Studiamo in edifici dove non avvengono manutenzioni da 50 anni e non è una novità la presenza di soffitti pericolanti o di aule allagate. Eppure si continuano a tagliare i fondi all'istruzione, relegando da fanalino di coda della spesa pubblica. Come può una simile struttura formare noi studenti? - ha dichiarato Enrico Todesco della Rete degli Studenti Medi di Verona - La situazione non può essere quella di scambiare gli studenti e le studentesse dal freddo al caldo e viceversa, senza però effettivamente risolvere il problema a livello strutturale».

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