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Cronaca Centro storico / Piazza Cittadella

Sanità e sciopero generale in Veneto il 14 dicembre, la Regione avvisa: «Possibili disservizi»

Nella città di Verona è previsto dalla ore 10 un presidio in piazza Cittadella

La direzione risorse umane del servizio sanitario regionale del Veneto comunica che la segreteria generale della Cgil Veneto ha proclamato uno sciopero generale per il giorno 14 dicembre, per l'intera giornata. Lo sciopero, al quale hanno aderito altre sigle sindacali, secondo quanto riferito dalla Regione Veneto «potrebbe incidere sui servizi pubblici essenziali».

Nella città di Verona è previsto dalla ore 10 un presidio in piazza Cittadella. Secondo quanto diffuso nel comunicato che annuncia lo sciopero, per la Cgil sono necessarie «riforme vere, ispirate dai criteri di solidarietà e giustizia sociale, fondate sulla qualità e la stabilità del lavoro, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e su nuove politiche industriali ed energetiche capaci di prospettare un futuro per il paese, sulla trasformazione digitale e la riconversione verde, su uno stato sociale più forte e qualificato».

Queste per punti le richieste avanzate dalla Cgil:

  • «Aumentare i salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35.000 euro per recuperare almeno una mensilità, e introducendo un meccanismo automatico di indicizzazione delle detrazioni all’inflazione (così detto recupero del drenaggio fiscale);
  •  Conferire tutele a tutte le forme di lavoro, assegnando ai CCNL un valore generale, sancendo così anche un salario minimo e diritti normativi universali;
  • Eliminare le forme di lavoro precario per un unico contratto di inserimento al lavoro con contenuto formativo;
  • Una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività;
  • La tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà;
  • La rivalutazione delle pensioni;
  • Risorse per il diritto all’istruzione, per la sanità che ha affrontato e sta affrontando gli effetti drammatici della pandemia;
  • Cancellare la Legge Fornero e introdurre: l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi».

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