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Cronaca Legnago / Corso della Vittoria

Rubavano i rimorchi dei camion: scampano alla prima cattura ma poi finiscono in manette

Il 10 giugno i carabinieri fermarono due uomini all'uscita autostradale di Imola, per i colpi messi a segno ai danni di alcune aziende e autotrasportatori del Nord Italia ma quella volta due persone riuscirono a scappare

Era circa la metà di giugno quando Nicola Ivan Massari, 39 anni, e Patrizio Marino, 38 anni, venivano arrestati dai carabinieri per i colpi messi a segno ai danni di aziende e autotrasportatori del Nord Italia, Bassa veronese compresa. Mesi di indagini, pedinamenti e controlli incrociati, avevano portao il Nucleo operativo e Radiomobile di Legnago ha sgominare quella che era stata ribatezzata come la Banda della Motrice. 
Entrambi originari di San Severo, in provincia di Foggia, risultavano tutti e due pregiudicati. Si spostavano dalla propria regione in cerca di rimorchi da agganciare alla propria motrice e, una volta cambiate le targhe, li portavano in Puglia dove riuscivano a piazzarli. Ma la sera del 10 giugno i militari sono riusciti ad inviduarli e seguirli sull'A14, per poi acciuffarli all'uscita di Imola.
Nell'occasione però, due persone riuscirono a sfuggire ai militari che non si diedero per vinti. Le indagini sono quindi proseguite nel corso dei mesi, con la collaborazione della Procura della Repubblica di Ravenna che stava investigando su alcuni episodi avvenuti nella zona. La sinergia con i carabinieri di Legnago ha portato all'identificazione di altre due persone residenti a San Severo. Si tratta di: Antonio Gentile, classe 1972, e Ennio Della Fazia, classe 1979. I due sarebbero i complici di Massari e Marino, arrestati a giugno, così il sostituto procuratore Barberini è riuscito ad ottenere dal gip Rossella Materia, grazie alle prove raccolte dagli investigatori, due ordini di cattura. 
Individuati dalla polizia giudiziaria, Gentile e Della Fazia sono stati tratti in arresto dai carabinieri di San Severo, in collaborazione con quelli di Legnago, e ora si trovano aggli arresti domiciliari in attesa del processo. 

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