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Cronaca Trevenzuolo / Via Roma

Accoglienza migranti a Roncolevà, alta tensione. Profanata tomba padre vicesindaco

La denuncia di Cesare Carreri, vicesindaco di Trevenzuolo, e del fratello Giacomo: "Clima di violenza, profanata la tomba di nostro padre, foto presa a mazzate e lapide divelta"

"L’altra notte, tra il 19 e il 20 luglio, nel Cimitero comunale di Trevenzuolo, è stata profanata la tomba di mio padre. Qualcuno ha distrutto a mazzate la foto e le lampade, e divelto e imbrattato la lapide". A scriverlo su Facebook è il vicesindaco di Trevenzuolo Cesare Carreri che, così come egli stesso spiega, in virtù di tale ruolo è "coinvolto in prima persona nella delicata questione riguardante il C.A.S. di Roncolevà".

Si parla di migranti, accoglienza e in particolare del clima di ostilità e violenza che va diffondendosi in molte località della provincia veronese. Al di qua di ogni valutazione personale, vi è un dato da conservare ben presente affrontando la questione: un conto è esprimere democraticamente posizioni politiche, un altro è fomentare l'odio, un conto è presentare pur legittime preoccupazioni e perplessità circa le dinamiche di accoglienza nei piccoli Comuni, un altro è indiscriminatamente e pregiudizialmente essere avversi ad ogni forma di solidarietà nei confronti degli stranieri che giungono in Italia. Che la situazione di Roncolevà stia forse sfuggendo un po' di mano, lo testimoniano le parole del fratello di Cesare Carreri.

"Da inizio mese è presente un gruppo di richiedenti asilo a Roncolevà –scrive sempre su Facebook Giacomo Carreri – e da subito, da parte di un gruppo di cittadini, si è creato un presidio permanente davanti alla casa che li ospita, contrario al cosiddetto 'business dell’accoglienza'. Durante questo periodo vi sono stati alcuni episodi di violenza: nella notte che ha preceduto l’arrivo dei profughi, sono state lanciate delle pietre contro la casa che li avrebbe ospitati e contro l’auto del presidente della cooperativa che ha in gestione l’accoglienza. Nelle ultime settimane si sono inoltre registrati altri episodi: sono stati puntati fari contro la casa e contro i richiedenti asilo; inoltre i partecipanti al presidio (che, lo ricordo, si trova davanti la casa che ospita i migranti) fanno suonare regolarmente trombette da stadio nelle ore notturne, qualcuno si è poi reso protagonista di video in diretta Facebook in cui vengono pedinati gli stranieri mentre passeggiano (accusati, tra l’altro, di puzzare) al fine, secondo i pedinatori, di garantire la sicurezza nel paese".

Ma quale sarebbe dunque la causa scatenante l'atto vandalico, il danneggiamento della tomba del padre dei due fratelli Carreri? Secondo la ricostruzione fornita dallo stesso Giacomo, tutto nascerebbe dalla sua presenza durante l'assemblea organizzata dal gruppo Verona ai Veronesi del 3 luglio e a quella promossa dal Comune il 17 luglio: "Nelle scorse settimane sono state organizzate due assemblee: una da parte del comitato Verona ai Veronesi, che si è tenuta il 3 luglio. L’altra organizzata dal Comune, lunedì 17. Ho partecipato ad entrambe, senza mai intervenire nella discussione. Nell’ultima, oltre all’intervento del Sindaco e di alcuni cittadini, sono intervenuti anche i portavoce di Verona ai Veronesi e del presidio permanente del paese".

Nella giornata del 19 luglio è poi comparso un post su un'altra pagina Facebook, Veronesi aperti al Mondo, che come evidente già dal nome rivendica posizioni favorevoli all'accoglienza dei profughi. Qualcuno ha evidentemente pensato che il testo fosse stato scritto dalla stesso Giacomo, cosa falsa e da lui stesso smentita (ma non è questo ciò che conta evidentemente), per poi agire di conseguenza. La prova della connessione tra il gesto di "evidente matrice politica" e il post erroneamente attribuito a Giacomo Carreri lo si ritroverebbe nella scritta lasciata sulla lapide profanata: "Sulla pagina Facebook Veronesi aperti al mondo è comparso un post in cui si faceva una sintesi della serata, secondo cui dietro le posizioni ufficiali di contrarietà verso le condizioni cui i profughi sono costretti a vivere, si nascondono invece posizioni razziste, che individuano lo straniero (e non la cooperativa che gestisce l’accoglienza nel paese) come nemico. Io da tempo seguo la pagina suddetta. Allegata al post della pagina c’è una foto, scattata da una posizione vicina a quella in cui ero io durante la serata. Forse, quindi, qualcuno deve aver pensato - erroneamente - che sia io l’autore del post, sulla lapide si trova infatti una scritta che chiaramente rimanda al nome della pagina in questione: VR – AP – AL – MOND".

tomba profanata trevenzuolo roncoleva 1

Lo stesso Giacomo Carreri ha quindi espresso tutta la sua preoccupazione, oltre a quella personale e familiare per la violenza subìta, anche per il clima "squadrista" che si respira a Trevenzuolo, e non solo, ormai da diverso tempo: "Ciò che preoccupa è che atteggiamenti intimidatori, violenti ed in pieno stile fascista, - spiega Giacomo - si stiano propagando nei piccoli paesi come il mio, dove l’esasperazione dei toni e il fomento dell’odio da parte di organizzazioni esterne stanno dando vita a lotte intestine e fratricide".

Sulla stessa lunghezza d'onda anche la chiosa da parte del vicesindaco Cesare Carreri che esorta chiunque sappia qualcosa riguardo quanto avvenuto a rivolgersi alle forze dell'ordine: "Ritengo giusto che tutti conoscano quanto è accaduto, perché è bene che si sappia dove ci sta portando l’esasperazione dei toni e il clima che si è creato, chiunque sia l’autore del reato in questione. Se avete informazioni che ritenete possano essere di qualche utilità per le indagini in corso, vi invito a contattarmi o a contattare i Carabinieri di Isola della Scala: non siate complici di questo schifo".

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