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Cronaca Sona / Via Antonio Pelacane

Ferito alla testa da un colpo di pistola, 49enne in fin di vita

L'uomo, Stefano Belloni, stava armeggiando con un revolver calibro 22 in casa di un amico a Lugagnano di Sona quando è partito un proiettile che l'ha colpito alla tempia. E' a Borgo Trento in condizioni disperate

Ferito alla testa da un proiettile calibro 22. Ora è in condizioni disperate all'ospedale. Queste le condizioni di Stefano Belloni, 49enne residente a Sona. Per ora si può solo parlare di incidente ma i contorni della vicenda non sono chiari. Ieri mattina, verso le 10e30, è scattato l'allarme nell'appartamento: Belloni era in compagnia dell'amico Gianluca Mazzi, suo coetaneo, quando un colpo partito da un revolver Smith&Wesson l'ha ferito alla tempia. I momenti successivi sono quelli dove arrivano i sanitari di Verona Emergenze e lo trasferiscono in Codice rosso a Borgo Trento tramite elicottero.

Da una prima ricostruzione sembra che Belloni si fosse recato a casa dell'amico, 9n via Pelacane a Lugagnano, per portargli un prodotto utile alla pulizia di casa. Era arrivato alle 8e30 e si era messo a parlare con Mazzi, che non vedeva da anni, nonostante fossero legati fin da bambini. Avrebbero così conversato anche sulla passione del padrone di casa per le armi. Cinque pistole, tutte dichiarate e ad "uso sportivo". Poi ne avrebbe estratta una, una calibro 22. Scarica, ne era sicuro. Non ha fatto tempo ad allontanarsi un minuto che ha sentito lo sparo da un'altra stanza. L'amico giaceva a terra una pozza di sangue attorno alla testa. I soccorsi sono stati chiamati immediatamente. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e gli avvocati del 49enne. Come spiega l'Arena, Mazzi è ferroviere. Belloni gestore di un locale, il Bellon's. Per ora non Mazzi non è indagato. Gli investigatori dovranno ricostruire cos'è successo e com'è ovvio non si omette nessuna pista, nessun particolare. Un caso, un incidente, un gioco finito male?

Propendono per l'ipotesi di un tentativo di suicidio le indagini dei carabinieri. "L'ipotesi dell'omicidio è la meno probabile" si limita a dire il capitano Alberto Granà, comandante della Compagnia di Villafranca. La tesi degli investigatori è che l'uomo abbia deciso un gesto estremo, scegliendo la casa dell'amico. Sarà l'esame dello "stub", affidato al Ris di Parma sia sulla vittima, sia sul proprietario dell'arma, a confermare la dinamica della tragedia.

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