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Cronaca

Rivede il marito in carcere e la fermano per cinque rapine

Manette alla moglie del boss della banda delle gioiellerie. Era andato a trovarlo a Como

È stata tradita dalla voglia di rivedere il marito detenuto. La visita di ieri al carcere di Como si è trasformata in arresto per Antonietta Vargas, 44enne moglie del capo della banda specializzata nelle rapine alle gioiellerie. L’operazione dei carabinieri di Verona, scattata sabato scorso in trasferta nella città lombarda, era servita a sgominare l’organizzazione criminale e a fermare, in flagranza, i tre componenti principali, Vincenzo Antonelli, il leader di 47 anni, Anton Nicolli, 30, e Massimo Bernardinello, classe 1972. A febbraio avevano svaligiato l’oreficeria “Lonardi” di Cerea e da allora i militari scaligeri erano sulle loro tracce.

Ieri, a finire in manette, è stato il quarto componente, la “quota rosa” del gruppo Vargas, già ricercata dagli inquirenti perché sospettata di aver preso attivamente parte nella lunga serie di colpi alle gioiellerie di mezza Italia. “Attiva”, in seno alla banda e al fianco del marito, la 44enne lo era davvero. Lei era la più scrupolosa, quella che dava il “via” alle rapine dopo i vari sopralluoghi nei negozi. Sempre Vargas quella che accompagnava in auto il marito e i due complici il giorno della rapina e alla quale veniva affidato il bottino durante la fuga. Dopotutto i carabinieri avrebbero dovuto dare la caccia a tre uomini, non all’insospettabile donna. “All’interno della banda- spiega il comandante del Nucleo operativo dei carabinieri di Verona, il tenente colonnello Pierpaolo Mason- la Vargas appariva come la più scaltra di tutti. Aveva l’occhio ‘clinico’ del ladro: prima del colpo faceva diversi sopralluoghi per controllare i sistemi di videosorveglianza e memorizzava i preziosi che potevano interessare alla rapina. Lei, in poche parole, indirizzava il colpo dei complici”.

La moglie del boss era talmente scrupolosa che, durante la preparazione dell’ennesimo assalto armato in un’oreficeria di Foligno, aveva bloccato la banda e mandato a monte il piano. Qualcosa non le “quadrava”, e i quattro erano passati ad altri obbiettivi al nord. All’arresto della proverbiale moglie complice del boss, i carabinieri di Verona sono arrivati grazie alle intercettazioni ambientali e telefoniche che avevano già messo nei guai l’intera organizzazione. I militari la cercavano dallo scorso sabato mattina, da quando, cioè, avevano acciuffato i tre uomini all’esterno di una gioielleria di Como mentre si preparavano a fare irruzione e svaligiarla. Quel giorno, per ragioni ancora da accertare, la donna si trovava a casa.

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