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Cronaca

Rifornivano di droga la Val d'Alpone, grossisti fermati

Operazione antidroga a Soave. Sequestrato un chilo di hashish, 1200 euro e un etto di cocaina pura

“Ci siamo affidati al fiuto e al metodo investigativo ‘classico’. Quello dei pedinamenti, degli appostamenti e degli interrogatori. Con l’arresto di questi quattro giovani marocchini contiamo di aver inferto un durissimo colpo allo spaccio di droga della val d’Alpone”. Il capitano del Comando carabinieri di San Bonifacio, Salvatore Gueli, ha presentato, stamattina, il primo stralcio di indagini su un grosso giro di spaccio nell’Est Veronese. Sul tavolo della caserma provinciale dell’Arma gli uomini di Soave hanno disposto in bella mostra il bottino dell’ultima operazione antidroga: un chilo di hashish divisa in panetti e dosi, un “sasso” da 140 grammi di cocaina pura, 1200 euro in contanti. Poi cellulari e sacchettini di polvere già confezionata.

Quattro i marocchini arrestati per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti, due capi e due pusher di medio livello. In Eleuahrani Abdellatif, 36 anni, e Abdelhamid Kassami, 30, i carabinieri hanno individuato il vertice della banda. Erano loro a rifornirsi dai veri e propri grossisti, dislocati a Brescia e Bergamo, che raggiungevano a bordo della loro auto attraverso la strada regionale 11. Dai loro viaggi tornavano con etti di droga da spacciare nella zona compresa tra Caldiero, Colognola ai Colli, e Soave per mezzo dei pusher di strada, Eddine Nour Tijany, 21enne, e Fahim Abdelghani, 23. Durava da 5 mesi, da novembre dell’anno scorso, l’operazione antidroga messa in piedi dai militari di Soave comandati dal luogotenente Alberto Pezzo. Tutto è partito dal fermo di alcuni giovani consumatori lo scorso autunno. Da lì sono partite le indagini con gli accertamenti sui luoghi e le persone che frequentavano. Molti di loro, come referenti, avevano i due pusher magrebini.

“Potrebbe sembrare strano- spiega Gueli- ma la parte più difficoltosa è stata tenere traccia degli spostamenti e dei domicili dei quattro arrestati, tutti clandestini in Italia. Avevano molti contatti con i connazionali della Val d’Alpone. Si facevano ospitare per qualche giorno pagando vitto e alloggio e d’un tratto sparivano per ricomparire in altri appartamenti della zona”. La svolta per i carabinieri risale al 3 dicembre, quando i due pusher di strada vengono arrestati in flagranza di spaccio di cocaina. Rimesso in libertà, Abdelghani ci ricasca cinque giorni dopo: addosso gli trovano mezzo chilo di hashish, cinque panetti da 100 grammi. “E’ stato così- commenta il luogotenente Pezzo- che abbiamo intensificato le indagini e siamo arrivati ad identificare i due capi della banda. Li abbiamo beccati la sera dello scorso 10 marzo all’uscita del casello di Soave, mentre tornavano in auto dalla Lombardia colmi di droga”. Quando la macchina entra nel Veronese ad attenderli ci sono gli uomini di Gueli. Nel vano motore erano nascosti 105 grammi di cocaina purissima. La perquisizione nell’abitazione ha fatto poi il resto: 500 grammi di hashish, altri 20 grammi di polvere bianca, dosi già confezionate e 1200 euro in contanti. “La piazza di mercato erano tutti i paesi della Val d’Alpone- conclude Gueli-. I quattro rifornivano i locali della movida scaligera nel quadrilatero San Bonifacio, Caldiero, Colognola e San Martino Buon Albergo”.

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