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Cronaca San Zeno / Stradone Antonio Provolo

Don Corradi e lo scandalo pedofilia del Provolo. "Papa Francesco sapeva"

Il presidente della Rete L'Abuso Onlus ha presentato tre denunce alla Procura della Repubblica di Verona per verificare eventuali omissioni delle gerarchie ecclesiastiche

"Tre fascicoli e decine di documenti che dimostrano nero su bianco quello che le autorità ecclesiastiche sapevano dei preti accusati di molestie al Provolo di Verona, questo è quanto è stato depositato pochi giorni fa presso la Procura della Repubblica di Verona e che tra pochi giorni sarà anche nella disponibilità dei due Pm argentini che stanno indagando su don Nicola Corradi". Lo riferisce Francesco Zanardi, presidente della Rete L’Abuso Onlus, che in questo modo vuole collaborare con le nuove indagini che riguardano il sacerdote veronese accusato di pedofilia in Argentina e recentemente scarcerato per motivi di salute. Nuove indagini perché già in Italia don Nicola Corradi era stato al centro di uno scandalo riguardante gli abusi sui minori dell'istituto Provolo di Verona. Don Corradi è stato poi trasferito ad una struttura gemella in Argentina, ma pare che il problema non sia stato risolto.

"Tre denunce nelle quali si chiede all'autorità giudiziaria - prosegue Zanardi - che vengano verificate ed eventualmente ravvisate una serie di ipotesi di reato tra qui le responsabilità omissive delle gerarchie ecclesiastiche che senza dubbio sapevano dal 2009 della pericolosità di quel prete. Il primo precedente in Italia si creò nel 2012 a Savona quando il giudice per le indagini preliminari Fiorenza Giorgi ravvisò le pesanti responsabilità omissive di un vescovo, Dante Lafranconi, il quale pur sapendo delle tendenze pedofile di uno dei suoi sacerdoti nulla fece per impedire che questi continuasse ad abusare di altri minori".

Il presidente della Rete L'Abuso Onlus chiama in causa anche Papa Francesco, che a suo dire fu informato sugli abusi di don Corradi e di altri 14 sacerdoti. Un video recapitato alla Segreteria di Stato del Vaticano con la testimonianza di 17 vittime e un elenco di nomi dei responsabili tra cui quello di don Nicola Corradi. Una raccomandata prima inviata e poi consegnata anche nelle mani del pontefice. Tre occasioni che Francesco Zanardi ricorda e commenta: "Sentire oggi Papa Francesco dichiarare che la chiesa piange per il dolore procurato dai sacerdoti è oltraggioso, verso le vittime e verso tutti coloro che ancora si fidano della chiesa. Ed è anche triste vedere che malgrado la pesantissima pronuncia che la Commissione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza fece nei confronti del Vaticano nel 2014, la chiesa continui a tutelare la sua immagine a qualunque costo fregandosene delle vittime e delle associazioni che le tutelano con le quali ha sempre rifiutato qualunque tipo di dialogo. La gestione dei preti pedofili non può più rimanere nelle mani delle gerarchie ecclesiastiche e se Papa Francesco vuole davvero affrontare seriamente il problema ha un’unica via, quella di inserire per i vescovi l'obbligo della denuncia e affidare questi casi all’autorità giudiziaria dei paesi dove i crimini vengono commessi".

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