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Cronaca

Regione, ecco il divieto per il burqa negli edifici pubblici e il Si alle pistole

Il regolamento è stato approvato il 28 giugno dal Consiglio veneto, nonostante l'opposizione del PD: "Paradossalmente un estremista dell’Isis potrà entrare armato in ospedale mentre una donna, disarmata, ma col velo non lo potrà fare"

Questo è innanzitutto un provvedimento di buon senso perché dice che tutti quanti, senza distinzione di etnia, genere, religione, devono entrate nelle strutture pubbliche della Regione a volto scoperto. Ciò vale per gli ospedali, ambulatori ma anche gli uffici: tutti devono essere riconoscibili”.

Alberto Villanova (Gruppo Zaia Presidente) con soddisfazione commenta l’approvazione del regolamento per l’accesso alle sedi regionali votato dal Consiglio veneto nella seduta del 28 giugno. “Vietiamo quegli indumenti etnici-religiosi come il Burqa o il Niqab, i più usati per coprire il viso. È un regolamento che punta alla sicurezza, in quanto definisce una norma quadro che riguarda tutti gli edifici regionali. Abbiamo stabilito che le armi non possono entrare nelle sedi regionali, rifacendoci in questo alla normativa nazionale che ben dice che nessuno può uscire di casa armato: abbiamo chiarito questo punto con una lunga discussione ma era giusto fare chiarezza anche su questo tema. Il Pd ci aveva chiesto di inserire, dopo Burqa e Niqab, anche altri indumenti come sciarpe e passamontagna e noi abbiamo accolto questa richiesta, peccato che poi il Pd non abbia votato l’emendamento che prevedeva questa aggiunta”.
Poi Villanova ha precisato che “questo regolamento riguarda essenzialmente la sicurezza, ma parla anche di un altro grande tema, quello della dignità della donna: il fatto che nel 2017 ci siano donne che devono girare velate, perché viene richiesto o imposto dai genitori o dal marito, è una cosa inaccettabile. Terzo punto qualificante, importantissimo, sancito da una recente sentenza della Cassazione: chi arriva nel nostro Paese deve adeguarsi ai valori della società che lo ospita. Insomma, ribaltiamo il tema buonista degli ultimi anni che andava in senso opposto con eccessivo lassismo per cui eravamo noi a doverci adeguare: non è più così, anche la Cassazione lo ha stabilito e il Veneto, con questo regolamento lo ribadisce: chi viene da noi – ha concluso Villanova - deve adeguarsi ai nostri usi, costumi e valori.”

Con questo Regolamento sugli accessi ai siti della Regione, così come approvato, si potrà entrare con una pistola se si detiene un porto d’armi per difesa personale senza consentire ai responsabili dei siti di opporsi. Poiché non ci saranno sistemi di controllo agli accessi, verranno fermate solo le persone travisate, burqa o non burqa che sia, mentre quelli che a viso aperto entreranno occultando armi, esplosivi e quant’altro lo faranno senza nessun ostacolo”.
Questo invece è il parere di Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico.
“Paradossalmente - prosegue l’esponente democratico - un estremista dell’Isis potrà entrare armato di cintura esplosiva o di pistola in ospedale mentre una donna, disarmata, ma col velo non lo potrà fare. Mancano infatti i metal detector per rilevare le armi e la legge non mette un euro per finanziarli”.
Zanoni boccia il nuovo regolamento senza mezzi termini. “In premessa fa riferimento ipocritamente alla ‘riduzione dei rischi’ ed assicura ‘la massima efficacia ai controlli’, ma nella realtà lascia tutto inalterato. Anzi, adesso c’è il via libera anche ai detentori di porto d’armi per difesa personale, un via libera che renderà questi siti ancora più indifesi e problematici perché le armi, ancorché legali, dentro ai luoghi sensibili, portano solo pericoli e rischi. È paradossale, ma vero: un regolamento così fatto invece di aumentare la sicurezza, la diminuisce”.
“In Kansas, Stato degli Usa dove in tema di armi c’è la massima libertà - conclude Zanoni - si parla di vietarle negli ospedali dal prossimo primo luglio, mentre in Veneto sarà possibile il contrario. Trovo indecoroso come questa maggioranza si sia fatta ‘berlatizzare’: è giusto ricordare come questo Regolamento, prima degli emendamenti di Berlato, non prevedesse l’accesso delle armi, seppur portate legalmente dagli aventi titolo, nei siti regionali”.

Il Presidente del Gruppo Consigliare Veneto Civico, Pietro Dalla Libera, mette invece in evidenza il buon impianto del regolamento uscito dalla Prima Commissione, dove 46 sono stati i voti dei componenti favorevoli, 1 degli astenuti e nessun contrario.
In questo Regolamento non vedo discriminazioni, ma tutele per la Comunità sotto il profilo della Sicurezza che è un valore costituzionalmente protetto e riconosciuto e che prevale anche su altri valori difesi dalla Costituzione, come la libertà di circolare con qualsiasi tipo di abbigliamento”.
“Ritengo che anche i dubbi e le perplessità emersi nella discussione sull’art. 5, laddove nella sua prima formulazione si indicavano le persone che possono entrare con armi nelle strutture pubbliche, tra cui venivano indicati anche i soggetti muniti di regolare licenza di porto d’arma per difesa personale, siano stati superati proprio con l’approvazione dell’emendamento che va a escludere quest’ultima categoria. Infatti – precisa il Presidente di Veneto Civico – cosa va a fare una persona qualunque, munita di porto d’armi, in una struttura pubblica con le armi in tasca? Le Forze dell’ordine è bene che siano presenti in queste strutture pubbliche, ma è privo di senso che una persona, che ha semplicemente il porto d’armi e non ha nessun’altra qualifica, possa essere autorizzata ad entrare armato” conclude Dalla Libera.

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