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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Trivelle, il sindaco Tosi non andrà a votare: "Referendum contro l'autosufficienza energetica"

Il sindaco di Verona Flavio Tosi accoglie l'invito del Premier Matteo Renzi di non recarsi alle urne e dichiara pubblicamente: "Votare sì al referendum sulle trivelle vuol dire votare contro l'autosufficienza energetica del Paese"

"No o astensione al referendum e no ad una sfiducia strumentale. Votare sì al referendum sulle trivelle vuol dire votare contro l'autosufficienza energetica del Paese". È chiara e netta la posizione espressa sulla propria pagina personale Facebook dal sindaco di Verona e leader del movimento politico "Fare!" Flavio Tosi.

Domenica 17 aprile si vota in tutta Italia per il cosiddetto referendum sulle "Trivelle", ma Flavio Tosi non presenzierà alle urne, almeno stando a quanto ha fatto capire negli ultimi tempi, seguendo così quello che è stato il consiglio divulgato alla Nazione dallo stesso Premier Matteo Renzi.

Andare a votare secondo il primo cittadino scaligero non servirebbe comunque a nulla, poiché anche in caso di vittoria del "Sì" la situazione non cambierebbe poi di molto, con tutte le altre piattaforme gas e petrolio non coinvolte dal quesito referendario che continuerebbero a funzionare a pieno regime senza ipedimento alcuno: "Chi è per il sì o è stato male informato dai detrattori del progresso - quelli che cercano di far credere alla gente che quest'estate, avessero la meglio i "no" o gli astensionisti, ci saranno le trivelle sulla battigia, mentre è arcinoto che le perforazioni sono e saranno possibili soltanto a una distanza minima di 21 chilometri dalla costa - oppure si recherà alle urne secondo un'ideologia tipica della sinistra, contro l'autosufficienza energetica: il "no" al nucleare ha prodotto una crescita insostenibile del costo della nostra energia, che andiamo a comprare da quelle centrali, ad esempio quelle francesi, che si trovano appena al di là dei nostri confini. Inoltre è folle che ci sia qualcuno che sostiene che l'Italia debba rinunciare a estrarre gas e petrolio quando, di fronte a noi, la Croazia di queste ricchezze ne fa giustamente una risorsa".

Una posizione sideralmente lontana rispetto a quella espressa invece dagli attivisti di Greenpeace che proprio nella giornata di oggi hanno dato vita ad una singolare iniziativa in dieci diverse importanti città italiane. Un cartello con la scritta “Per fermare le trivelle io voto Sì” è apparso accanto a busti, statue e sculture con l’intento di lanciare un messaggio chiaro: la bellezza dell’Italia è incompatibile con le fonti fossili, e se il nostro patrimonio storico-artistico “potesse votare” non avrebbe dubbi, sceglierebbe un’Italia senza trivelle.

A sostegno del referendum hanno potuto così esprimersi il celebre David di Michelangelo a Firenze, il Monumento a Cristoforo Colombo a Genova, il busto di Mazzini a Bari, l’irriverente scultura di Maurizio Cattelan posizionata davanti alla Borsa di Milano, e molte altre opere d’arte antiche e moderne. "Il 17 aprile c’è in gioco anche l’identità del nostro Paese", ha dichiarato Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace. "Dobbiamo decidere se i nostri mari sono un giacimento di fonti fossili o un tesoro da valorizzare per economie strategiche come il turismo, la pesca, l’alimentazione. Dobbiamo decidere se valgono di più le esigue quantità di idrocarburi che oggi si estraggono nelle nostre acque o la bellezza dei paesaggi costieri e l’integrità del Mediterraneo, culla della nostra cultura. Chi ama il mare lo protegge, e il 17 aprile vota Sì per fermare le trivelle".

Greenpeace Referendum Trivelle i Monumenti votano "Sì"

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