Rapinano due negozi e scappano alle Volanti: tre pregiudicati in manette
Tre persone sono state arrestate dagli uomini della questura dopo i colpi messi a segno in via Podgora ad Avesa nelle prime ore del 27 settembre. Si tratta di Romolo Mancuso, Sara Bevilacqua e Annarosa Lorenz
Nel giro di poche ore sono finiti tutti e tre in manette per mano degli uomini della Questura e ora dovranno rispondere delle loro azioni. Stiamo parlando di Romolo Mancuso, Sara Bevilacqua e Annarosa Lorenz, che intorno alle 3 del 27 settembre hanno messo a segno due colpi ad Avesa, in via Podgora, ai danni di altrettante attività, e che successivamente hanno tentato di sfuggire alle Volanti della Polizia provando anche a speronarle.
I COLPI - La mezzanotte di martedì era passata oramai da tre ore, quando alcuni residenti della frazione veronese si sono rivolti al 113 a causa di alcuni forti rumori che provenivano da via Podgora. Si trattava dei tre banditi che, a colpi di piccone e utilizzando anche dei sassi, stavano abbattendo le vetrate del bar Borgo Antico e dell'ortofrutta che si trovano all'inizio della via, riuscendo ad appropriarsi di circa 150 pacchetti di sigarette e di meno di un centinaio di euro. Allertato dai rumori, sul posto si era spinto anche un residente, che è stato minacciato da uno dei criminali che brandiva un martello. I tre poi sono saliti a bordo di una Fiat Uno grigia e si sono allontanati poco prima dell'arrivo delle forze dell'ordine.
L'INSEGUIMENTO - Sul posto si sono precipitate le Volanti della questura, che hanno provato a perlustrare la zona alla ricerca dei malviventi. Una mossa che ha dato i suoi i frutti: un'intuizione degli agenti, ha permesso loro di rintracciarli in direzione della città e di dare il via ad un pericoloso inseguimento, che da via Podgora è arrivato fino al semaforo di via Locchi. Alla guida dell'auto, che poi risulterà rubata, c'era Mancuso, il quale ha provato a seminare la polizia, senza esitare a speronare una pattuglia nel tentativo di metterla fuorigioco. Alla fine però è stato lui a perdere il controllo del proprio mezzo, andando a sbattere sul pilone del semafoto di via Locchi. Nonostante questo però, l'uomo è riuscito ad allontanarsi a piedi, mentre le due complici sono state prontamente bloccate dagli agenti, che avevano in ogni caso riconosciuto il conducente.
L'EPILOGO - Bevilacqua e Lorenz quindi sono state portate in lungadige Galtarossa in stato di fermo, mentre i poliziotti la notte stessa si sono recati a casa del terzo bandito. L'uomo però non c'era, ma le ricerche sono proseguite fino al pomeriggio del 27, quando Mancuso è stato trovato ed arrestato a casa della madre.
Mancuso è un volto già noto alle forze dell'ordine, come del resto le sue complici. L'auto, in seguito ad accertamenti, è risultata rubata poco prima dei colpi, con la proprietaria che infatti doveva ancora sporgere denuncia. Tra l'altro non è la prima volta che il bandito viene fermato alla guida di una Fiat Uno rubata, probabilmente perché essendo un modello vecchio è meno difficile da forzare e mettere in moto.
Resta il fatto che a bordo di quella che guidava la notte del 27, sono stati trovati gli arnesi utilizzati per fare irruzione nelle attività, la giacca mimetica che l'uomo indossava sul momento, due torce e due dispositivi utili ad ascoltare le trasmissioni della polizia.
Già nel mese di settembre inoltre Mancuso era stato fermato due volte in possesso di materiale di quel tipo: il 24 aveva con sé degli arnesi da scasso ed era stato denunciato; ad inizio mese invece in auto aveva delle bombole di acetilene, ma le indagini poi stabilirino che non aveva niente a che fare con bancomat fatto saltare in città poco tempo prima. L'uomo quindi era una vecchia conoscenza della polizia, anche per altri precedenti che gravano sulle sue spalle, così come le sue complici, fermate già altre volte in sua compagnia.
I tre ora si trovano sotto la custodia cautelare imposta dall'Autorità giudiziaria, in attesa del processo a loro carico.