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Cronaca Centro storico / Via Giuseppe Mazzini

Verona. Rapina in via Mazzini, il bottino era di 6 milioni di euro: arrestati dalla polizia i tre banditi

Alla fine di un inseguimento a piedi, i malviventi sono stati acciuffati dalle forze dell'ordine, grazie anche al contributo di alcuni cittadini e di un vigile del quartiere di Borgo Trento

Il colpo era oramai andato a segno, la fuga però non sembra essere stata studiata alla perfezione. Così i tre banditi che ieri pomeriggio hanno rapinato il negozio World Diamond Group sono stati fermati a poca distanza uno dall'altro da un vigile di quartiere, un dirigente e agenti della polizia di Stato, in piazzetta Santi Apostoli e sul ponte di Castelvecchio. I tre (un polacco, un russo e un lituano) erano riusciti ad arraffare gioielli per un valore complessivo di circa 5 milioni e 800.000 euro, secondo quanto afferma il giornale L'Arena, che avrebbero probabilmente venduto sul mercato nero, compreso il pezzo più prezioso: uno smeraldo di ben 13 carati, incastonato fra diamanti bianchi e gialli in un pendant, dal costo di 513.400 euro.
I tre si sono presentati alla porta del negozio alle 17.30 in camicia, pantaloni eleganti e cappello di paglia. Quando hanno suonato il campanello si sono mostrati assolutamente calmi, riuscendo a non destare alcun tipo di sospetto nel direttore e nei tre commessi del negozio, un uomo e due donne, che li attendevano. Una volta all'interno, il russo si è fatto avanti chiedendo di vedere un particolare anello e la commessa, che parla la sua lingua, ha aperto la cassaforte e mostrato alcuni pezzi a colui che credeva un avventore. In quel momento i tre si sono rivelati per ciò che erano: hanno estratto le due pistole e con alcune fascette da elettricista hanno legato direttore e commessi. Il primo di questi però è riuscito a premere il bottone antirapina, e a lanciare l'allarme, mentre un rapinatore gli spingeva la testa la tentativo di farlo sdraiare dietro al bancone. Nei successivi, concitati, minuti, i banditi hanno prelevato da vetrina e cassaforte gli articoli più preziosi, per nasconderli in un sacchetto di carta e uscire come se nulla fosse in direzione di via Cappello. 
Tutto sembrava andare a gonfie vele per i furfanti, che non sapevano che all'inizio di via Mazzini era già presente una Panda della Polizia, con l'autista e il dirigente in borghese appostati ad un metro dal negozio. Il dirigente guarda all'interno e il direttore gli segnala i tre: da lì prende il via l'inseguimento a piedi lungo le vie del centro storico. Davanti alla fontana però un vigile del quartiere di Borgo Trento, li obbliga a svoltare a sinistra e a sua volta inizia a dargli caccia. Uno dei tre si dimostra piuttosto lento e in piazzetta Santi Apostoli viene bloccato dall'agente della municipale e consegnato ai poliziotti. Gli altri due invece, nonostante l'intralcio di un trolley contenete alcuni effetti personali, allungano sugli inseguitori. Alcuni cittadini a passeggio in corso Cavour indicano alle forze dell'ordine che i malviventi si sono diretti verso Castelvecchio e sul ponte la loro fuga viene rallentata da un gruppo di giovani, per concludersi definitivamente nelle grinfie di una Volante. 
In stato di fermo, i tre attendono ora la conferma dell'arresto. Recuperate anche le pistole utilizzate: giocattoli ma caricati a salve, uno dei quali aveva anche esploso un colpo. 

Prima di cadere nella mani delle forze dell'ordine, i tre si erano già liberati del bottino? Forse. Uno di loro infatti è stato visto mentre si affacciava dal ponte di Castelvecchio e lasciar poi cadere nell'Adige un sacchetto scuro. In quel momento tra l'altro la folla di curiosi era particolarmente nutrita, visto che proprio in quei concitati momenti il regista veronese Gaetano Morbioli stava realizzando le riprese del videoclip per il cantante Nek. Il trambusto è nato, secondo quanto riporta il quotidiano L'Arena, quando un passante ha notato il gesto di uno dei rapinatori sul ponte. La voce dei gioielli nel fiume si è sparsa in fretta e una calca di persone si è affacciata dal ponte e lungo il corso dell'Adige. Gli agenti della questura sono stati i primi a scendere sulla riva, dove hanno recuperato le pistole. Ma i gioielli sono stati effettivamente buttati nell'Adige? Fino alla serata di ieri i sommozzatori dei vigili del fuoco non hanno trovato alcun monile o prezioso, secondo alcuni il malvivente avrebbe gettato, oltre alle pistole giocattolo, le chiavi dell'auto da utilizzare per la seconda parte della fuga. 
Il direttore del negozio World Diamond Group non avrebbe ancora terminato l'inventario della merce rubata e di quella recuperata dalla polizia, solo al termine probabilmente si saprà se e quanti preziosi mancano. 

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