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Cronaca

Rapina e aggressione in tabaccheria, tre in carcere

Seconda ordinanza restrittiva per i membri della banda che avevano assaltato 2 negozi in 5 giorni

Aggressivi all’inverosimile, brutali, senza scrupoli e pluripregiudicati. Bastano questi aggettivi, anche se l’elenco potrebbe continuare, per tracciare l’identikit criminale di Alex Fainel Romanescu, 22enne, Cristian Laurentiu Balauta, 23 anni, entrambi di origine romena, e Francesco Bovo, calabrese di Crotone di 26 anni. A loro, già rinchiusi nel carcere di Montorio dal 10 febbraio, è giunta la seconda ordinanza di custodia cautelare per rapina e aggressione. Il provvedimento, disposto dal Gip Guido Taramelli su richiesta del pm Francesco Rombaldoni del Tribunale di Verona, arriva a quattro mesi di distanza dal loro ultimo arresto, quando, i tre più un complice, il calabrese Antonio Greco,avevano assaltato una tabaccheria in via Montorio ed erano stati fermati dalla polizia dopo un breve inseguimento.

Da allora gli investigatori della Squadra Mobile di Verona avevano scavato a fondo e monitorato gli spostamenti della “banda dei tabacchi”. Nelle mani della polizia sono arrivati ben presto i tabulati telefonici dei loro cellulari e le riprese di alcune rapine, compiute nel Nord e Centro Italia, con le stesse modalità. Una di queste ha riportato le indagini alla sera del 5 febbraio, quando i tre, senza Greco, avevano assaltato la tabaccheria “Posenato” di via Sant’Antonio, a San Martino Buon Albergo. Una rapina flash, armati delle stesse pistole scacciacani, riproduzioni fedeli della Beretta 9 millimetri, che avrebbero usato cinque giorni dopo in via Montorio, in un’altra rivendita tabacchi. Quella sera, alle 19e25, i due romeni avevano aspettato che dal negozio, prossimo all’orario di chiusura, uscisse l’ultimo cliente. Poi erano entrati, avevano estratto le pistole e minacciato la titolare 56enne, Fernanda Albina Posenato, e il marito Ferruccio di 61 anni. Volevano i soldi in cassa e non accettavano rifiuti. È stato nel momento in cui i due coniugi hanno opposto resistenza che la coppia di romeni è passata alle maniere forti, strattonando e colpendo al volto, con il calcio della pistola, la donna e scaraventando a terra il marito. La colluttazione sarebbe così servita a salvare l’incasso e far fuggire, per paura dell’intervento delle forze dell’ordine, i due criminali. A quel punto sul posto sono arrivati i medici del 118 che hanno trasferito le due vittime all’ospedale con prognosi di guarigione in 30 giorni per fratture al setto nasale e alle dita della mano.

Dopo la tentata rapina a San Martino i tre avevano fatto perdere le tracce. Almeno fino a quando non erano tornati in azione alla tabaccheria di via Montorio. Secondo gli inquirenti, tuttavia, in quei cinque giorni, la banda, riunitasi con il quarto uomo Antonio Greco, non si sarebbe fermata, anzi. I tabulati telefonici e le denunce al 113 per rapina avrebbero fatto convergere le indagini anche a Reggio Emilia, dove i quattro avevano riparato in attesa che a Verona si calmassero le acque. Per questo motivo i dirigenti della Squadra Mobile sono convinti nell’ulteriore sviluppo delle indagini. Dati i loro spostamenti gli investigatori non escludono nemmeno che i membri della banda, tutti residenti in Calabria, facessero parte dei cosiddetti “pendolari” del crimine, che, periodicamente, si muovono nelle regioni del Nord e del Centro per portare avanti l’attività di rapina e furto.

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