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Cronaca Centro storico / Via Anfiteatro

Due rapine in un giorno a Verona: la prima in chiesa con fuga dalle suore, la seconda con bottino tre merendine 

Due uomini sono stati arrestati dalla polizia di Stato nella giornata di venerdì, entrambi accusati di aver commesso delle rapine per oggetti di modico valore

Avrebbero «agito violenze» semplicemente per «asportare una cassa acustica e tre Kinder Pinguì». È quanto riferisce una nota della questura di Verona, spiegando che nonostante il provento fosse di modestissimo valore, tuttavia lo avrebbero anche «strenuamente difeso senza desistere dal loro intento». I presunti responsabili dei due episodi, avvenuti nel pomeriggio di ieri, venerdì 15 marzo a poche ore di distanza, sono poi stati arrestati dalla polizia di Stato. Ad entrambi, in base a quanto si apprende, è stato quindi contestato il «reato di rapina impropria».

Il primo a finire in manette sarebbe stato un cinquantaduenne romeno che, intorno alle ore 16, si sarebbe introdotto in una chiesa in via Anfiteatro e, una volta salito sull’altare, avrebbe aperto un cancelletto prendendo una cassa acustica con la quale sarebbe poi fuggito, noncurante delle suore che lo avrebbero rincorso per convincerlo a restituire il diffusore musicale. Secondo quanto riferito dalla questura, nonostante si trovasse all’interno di un luogo di culto, l’uomo le avrebbe quindi spintonate per guadagnarsi la fuga in direzione di via Mazzini. Lì, tuttavia, sarebbe stato intercettato dagli agenti delle volanti che, nel frattempo, avevano ricevuto la nota radio dalla sala operativa, allertata dal diacono che avrebbe seguito ogni movimento e fornito passo per passo ai poliziotti la posizione del soggetto.

Quando l'uomo in fuga è stato infine fermato all’altezza di via San Nicolò, avrebbe comunque «perseverato con irriverenza nel suo atteggiamento aggressivo e di sfida anche nei confronti degli agenti», in particolare «rifiutandosi anche di fornire le proprie generalità». Motivo per cui, chiarisce sempre la nota della questura scaligera, nei suoi confronti è scattata anche la «denuncia per rifiuto di indicazione sulla propria identità personale».

Il secondo arresto di giornata è avvenuto appena due ore dopo, questa volta in via San Nazaro, quando è giunta al 113 la segnalazione di due dipendenti del supermercato "IN’s" che stavano inseguendo un uomo in zona Veronetta. A finire in manette in questa circostanza è stato «un cinquantaseienne tunisino», il quale sarebbe fuggito con «una confezione di Kinder Pinguì senza pagare». In base al resoconto fornito dalla questura di Verona, quando gli addetti lo hanno raggiunto invitandolo a rientrare per saldare quanto dovuto, l'uomo avrebbe però «reagito con veemenza, prima spingendo contro il muro uno dei due per guadagnarsi la fuga e, poi, divincolandosi colpendo entrambi al petto». Proprio in quel momento sarebbe però stato intercettato dai poliziotti, i quali avrebbero cercato di riportarlo subito alla calma. Anche a loro, chiarisce tuttavia la nota della questura, pur di fronte all’evidenza avrebbe «negato quanto accaduto». L’uomo è quindi finito in manette con l’accusa di «rapina impropria». Dalla questura veronese precisano infine che «la responsabilità penale di ciascuno si considera accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile».

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