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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

“Questo non è amore”, anche la polizia in piazza Bra contro la violenza sulle donne

Tante le iniziative in programma a Verona quest'oggi, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne che vede scendere in piazza cittadini, associazioni e Istituzioni

Se ti ricatta … non è amore. Se minaccia te o i tuoi figli … non è amore. Se ti isola, umilia, offende …non è amore. Se ti perseguita con mail e sms ossessivi ….non è amore. Se ti prende con violenza quando non vuoi … non è amore. Se ti chiede “l’ultimo appuntamento” …non è amore”. Se ti uccide …non è amore. Questi le indicazioni della polizia di Stato contenute nella campagna contro la violenza di genere.  “Questo non è amore” il suo claim che oggi risuonerà in tute le province d’Italia, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Gazebo in piazza Bra

A Verona oggi, dalle 10 alle 18, in piazza Bra è stato allestito un gazebo informativo della campagna di informazione prevenzione “Questo non è amore”  dove sarà presente un’equipe multidisciplinare composta da un medico/psicologo del Centro Antiviolenza Petra di Verona e da personale specializzato della Questura, quali un operatore specializzato della Sezione Reati contro la Persona della Squadra Mobile,  un operatore della Divisione Anticrimine e/o dell’Ufficio Denunce dell’U.P.G.S.P. e, infine, da un rappresentante della locale Rete Antiviolenza.

A completare l’equipe, la presenza accanto di funzionari della Squadre Mobile per l’immediata informazione all’Autorità Giudiziaria in caso di ricezione di denunce. Presso il gazebo sarà distribuito materiale divulgativo multilingue della campagna istituzionale essendo il fenomeno trasversale, che non risparmia le donne di altre culture e nazionalità.

“Questo non è amore”: 450 segnalazioni

L’iniziativa di informazione e prevenzione “Questo non è amore”, avviata dal luglio 2016, in circa sedici mesi ha consentito di contattare oltre 45.000 persone, in maggioranza donne, diffondendo informazioni sugli strumenti di tutela e di intervenire su situazioni di violenza e stalking che diversamente sarebbero potute rimanere ingabbiate nel dolore domestico. La prevenzione è finalizzata anche e soprattutto a far emergere il sommerso del fenomeno, casi di violenza taciuta e nascosta. I dati ufficiali, infatti, della campagna finora effettuata registrano a livello nazionale più di 450 segnalazioni emerse e segnalate all’Autorità Giudiziaria. Scopo principe dell’iniziativa è quello informare per agevolare l’emersione del fenomeno indicando alle donne gli strumenti a loro disposizione per combatterlo.

Il protocollo E.V.A.

Oltre alla tutela offerta dalla legge, che va dagli strumenti dell’ammonimento al divieto di avvicinamento fino ai domiciliari e al carcere per i casi più gravi, la battaglia più importante si gioca sul campo della prevenzione in cui la polizia di Stato è impegnata, non solo nel contribuire attraverso l’informazione al superamento di una mentalità di sopraffazione, ma a fare da sentinella per intercettare il prima possibile comportamenti violenti e intimidatori. In questa prospettiva si muove l’adozione dall’inizio dell’anno del protocollo E.V.A. (Esame delle Violenze Agite) da parte di tutte le Questure d’Italia.

Si tratta di una procedura che consente agli equipaggi di polizia, chiamati dalle sale operative ad intervenire su casi di violenza domestica, di sapere se ci siano stati altri episodi in passato nello stesso ambito familiare. Tutto questo attraverso una procedura che prevede la compilazione di checklist che, anche in assenza di formali denunce, spesso impedite dalla paura di ancor più gravi ritorsioni, consentono di tracciare situazioni di disagio con l’obiettivo di tenerle costantemente sotto controllo e procedere all’arresto nei casi di violenza reiterate.  

Le altre iniziative e la Panchina del rispetto

Numerosi i rappresentanti delle istituzioni e del privato sociale che sono coinvolti nell'incontro pubblico dal titolo “No alla violenza, parliamone insieme”, che si svolgerà sabato 25 novembre a partire dalle 15.30 in piazza Bra. Apre l'incontro l’inaugurazione della Panchina del rispetto, iniziativa promossa dalla Consulta delle Associazioni Femminili. La panchina rossa vuole rappresentare il posto occupato da una donna vittima di femminicidio.

Segno tangibile collocato in un luogo pubblico, visibile a tutti, di un'assenza nella società causata dalla violenza. Questa mattina, prima dell'inaugurazione ufficiale, sulla panchina di piazza Bra sono state apposte in modo ufficioso due bandiere, quella italiana e venezuelana, proprio per ricordare le vittime della violenza di genere di entrambe le Nazioni. 

La panchina del rispetto, dedicata alle donne vittime di femminicidio, viene realizzata anche nelle Circoscrizioni:

2ª con una panchina in piazzale Stefani, che sarà inaugurata domenica 26 novembre alle 11.30, alla presenza degli assessori Briani e Padovani;
3ª con una panchina in Piazzale Stazione Porta Nuova;
4ª con una panchina nel parco giochi di via Santa Elisabetta, che sarà inaugurata sabato 25 novembre alle ore 15;
5ª con una panchina nel Parco San Giacomo;
6ª con una panchina nei giardini di via Verdi, che sarà inaugurata domenica 26 novembre alle 11;
7ª con una panchina in Piazza Madonna di Campagna;
8ª con una panchina in via Buccari e una in via Valpantena.

Grazie al contributo di Agsm, dal 24 al 30 novembre, la Gran Guardia sarà illuminata di rosso e di arancio, per sensibilizzare l'opinione pubblica sul grave problema della violenza sulle donne, su proposta di UN Women Comitato Italia e della Commissione per le Pari Opportunità Uomo Donna della Regione del Veneto.

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