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Cronaca Centro storico / Piazza dei Signori

Protesta in piazza dei Signori «contro la repressione del dissenso»

La manifestazione si è tenuta nel cuore di Verona nella serata di venerdì. «I recenti eventi che hanno visto l’utilizzo di manganelli per disperdere una manifestazione pacifica sono solo l’ultima prova di come il diritto di protesta sia più precario che mai», ha detto Zoe Zevio della Rete degli Studenti Medi

Si è tenuta nella serata di venerdì 1° marzo, a partire dalle ore 18 in piazza dei Signori, la manifestazione promossa anche da Udu Verona "per dire basta ai recenti episodi di violenza perpetrati dalle forze dell’ordine ai danni di studenti e studentesse". 

Anche le associazioni studentesche dunque sono state promotrici di questa presa di posizione nel centro della città. Nei loro interventi l'intenzione di rispecchiare la volontà di protestare contro un clima generale ritenuto di chiusura nei confronti di qualsiasi forma di opposizione: «Questo governo dovrebbe prendersi la responsabilità di non saper costruire un Paese per noi giovani, di non saper dare risposte alle nostre richieste, di non saperci nemmeno ascoltare. Come comunità studentesca dobbiamo mantenere il ruolo propulsivo che compete agli spazi della libera conoscenza e della formazione - afferma Zoe Zevio della Rete degli Studenti Medi di Verona -. I recenti eventi che hanno visto l’utilizzo di manganelli per disperdere una manifestazione pacifica sono solo l’ultima prova di come il diritto di protesta sia più precario che mai, con prese di posizione preoccupanti, dal Decreto Rave al cosiddetto Decreto Ecovandali, costruito appositamente per colpire chi manifesta per la crisi climatica in corso, che incombe sul presente e sul nostro futuro».

«Il tema va affrontato in maniera strutturale, le colpe stanno nell'atteggiamento giustificazionista e securitario - continua poi Laura Bergamin, coordinatrice dell'Udu di Verona -. Non si può continuare a ignorare le violenze perpetrate nelle carceri italiane e nei CPR, che dimostrano una vera sconfitta per i diritti umani, ed è innegabile la censura messa in atto quando si afferma che ciò che viene portato avanti in Palestina da parte delle forze israeliane sia un deliberato genocidio. Abbiamo quindi occupato questo spazio stasera anche per difendere la libertà, per difendere il diritto di concepire davvero l’umanità come una sola, dove se discrimini uno ci ribelliamo tutti».

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