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Cronaca Centro storico / Corso Porta Nuova

Privatizzazione di Fondazione Arena. Comitato contro il quotidiano L'Arena

Manifestazione di protesta organizzata dal comitato Opera Nostra perché il quotidiano locale "è fazioso e sostiene a spada tratta la soluzione privata di Manni, Lambertini e Maccagnani"

Assomiglia sempre di più ad una lotta senza quartiere quella del comitato Opera Nostra contro la privatizzazione di Fondazione Arena. Una lotta a cui si è aggiunta anche la protesta di settimana scorsa contro la festa privata sul ghiaccio al Teatro Romano. Le motivazioni che hanno spinto all'azione erano infatti simili, dimostrare il dissenso verso una politica che vede di buon occhio la gestione privata del ricco patrimonio culturale cittadino, sia esso rappresentato dal festival areniano oppure dal Teatro Romano.

Una lotta senza quartiere perché il comitato non ha paura di contestare anche il quotidiano L'Arena, descritto come un centro di potere a sostegno della gestione privata del festival lirico estivo. Per questo ha organizzato un presidio di protesta davanti alla redazione del giornale in corso Porta Nuova 67 per domani, 8 ottobre, alle 18. "Se il capitano d’industria Manni - scrive Opera Nostra - tiene saldamente il timone della Spa che dovrebbe sostituire Fondazione Arena, la parte politica capeggiata dal sindaco, la Camera di Commercio, la partecipata Agsm, la Fondazione Cariverona, alcuni degli imprenditori più in vista della nostra città, e persino l’Università scaligera sostengono in diversi modi il piano di privatizzazione, forse desiderosi di partecipare al banchetto che si sta preparando. Il potere dato dall’informazione è in questo progetto dirimente. La stampa locale e in particolar modo la testata L’Arena si distingue per la sua faziosità. Fin dall’inizio della vertenza con i lavoratori, il giornale si è prestato a megafono ai vergognosi attacchi del sindaco che tentava di scaricare le responsabilità della situazione debitoria di Fondazione Arena, frutto della sua (e del fido Girondini) inettutudine, sugli alti stipendi delle maestranze. Un giornale serio avrebbe messo in campo un minimo di spirito critico, magari confrontando semplicemente le buste paga dei lavoratori e dei dirigenti. L’Arena di fatto sostiene a spada tratta la soluzione prospettata da Manni, Lambertini e Maccagnani. Non passa giorno che la testata non pubblichi qualche dichiarazione del trio, lasciando ben poco spazio a chi contesta tale scelta".

"Il board di Athesis, l’agenzia che controlla il giornale, è zeppa di imprenditori - conclude il comitato cittadino - Forse prevale l’inconfessabile esigenza di non disturbare i colleghi, secondo la più nota caratteristica lobbista, rispetto al veicolare un’informazione completa, comprendente magari anche il punto di vista dei comitati cittadini. Rivendichiamo il diritto della cittadinanza, vera e unica depositaria del patrimonio comune costituito dall’anfitestro romano, ad esprimersi anche sulle pagine del quotidiano in questione in merito al tentativo di privatizzazione in corso".

E mentre il comitato Opera Nostra protesta, i soldi pubblici per la Fondazione Arena calano. A rischio i contributi di Camera di Commercio e Agsm, ma anche da Roma potrebbe diminuire il sostegno del Fondo unico per lo spettacolo.

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